martedì 31 dicembre 2013

2013


 
Gennaio
Buoni propositi
Sei autori in cerca di storie
Cercare di combattere le brutte sensazioni con la positività
Firenze
Iniziare a comprendere quanto sia difficile vivere così lontano dalla propria famiglia
A Milano con Marco per il concerto dei Marillion
Onnipresente malinconia
La morte (non esiste più)
 
Febbraio
The Seed
Sentirsi sempre più scoraggiata...
...ma continuare a cercare il bello in ogni cosa
Kiri
 
Marzo
Dare nuovo valore alle cose
Festeggiare anniversari importanti
Tutto ciò che ho
 
Aprile
San Casciano
Sentire che tutto inizia ad essere troppo gravoso...
...e non riuscire più a reggerlo, per quanto mi sforzi
Fabbro Giorgio
While your lips are still red
 
Maggio
In viaggio con Marco nel Senese
Vedere luoghi splendidi
Sentirsi sbagliata
Annie's Song
 
Giugno
Barberino Val d'Elsa
Provare un disagio abissale
Desiderare di sparire
Monterotondo
Riuscire a chiudere una grossa parentesi
Beautiful
 
Luglio
Palazzuolo
Notti insonni
Immergersi nell'irrealtà
Telese Terme
Festa a sorpresa per i 30 anni di Marco
Bob, Losco, Ivan
Sensazione di fine imminente
Vecchi Difetti
 
Agosto
Palmi
Solitudine
Leggere
Scrivere
Fissare il sole al tramonto
Distaccarsi totalmente dalla realtà
Sentirsi persa, inutile, vuota
Ferire chi mi ama
Svanire.
The Enemy Inside
 
Settembre
Rievocazione a Palmi
Sentirmi un po' più serena
Salutare i ragazzi a Napoli
Firenze
The Enemy Outside
Pensare che sia tutto finito
Tagliare i capelli da sola
Trovare la forza di iniziare di nuovo
Riprendere a fare scavi, anche se con grosse difficoltà
Scrivere una lettera ai miei genitori.
Ricominciare ad immaginare cose belle
L'Errore
 
Ottobre
Sentirmi piena di coraggio...
...ma comprendere che intorno a me ci sono molte cose sbagliate
Non fare niente di particolare per il compleanno
Cercare di riflettere sul da farsi
Anniversario Lupo Rosso con Mamma
Provare a mettere ordine dentro me
Stare male fisicamente
Ottobre Rosso
 
Novembre
Casa a Lucca per il Comics
Sforzarsi di essere realista...
...ma di continuare a trovare il bello nelle cose e nelle persone
Palmi
90 anni di Nonna Giulia
Ricominciare a dare il giusto valore a tutto
Nonna sta male
Firenze
Commuoversi per aver ricevuto di nuovo dei fiori da Marco
Cercare di accettare le mie paure...
...e di valorizzare i miei sorrisi
Surrender
 
Dicembre
Sentirsi troppe cose dentro...
...e decidere finalmente di lanciarle fuori
Provare a dissipare la mia confusione
Riflettere sul mio rapporto con gli altri e su ciò che mi fa stare male
Capire che è difficile per me essere contenta
Trascorrere il Natale con Marco
Provare a essere ottimista, nonostante tutto.
Cercare di recuperare la felicità.
Volermi impegnare per me e per chi ama.
The Gathering of the Clouds
 



 
Non ho mai creduto nella festività del Capodanno, ma ho sempre trovato giusto fare un punto della situazione.
Stavolta non ho veramente buoni propositi per l'anno prossimo.
Non voglio più riflettere, voglio solo agire.
Sono stanca di molte cose e voglio scrollarmi di dosso quanto più posso.
Per chi ci tiene, Buon Anno.
Tanto i buoni auguri non sono mai serviti, dipende tutto da noi.
 
 



ArHaL
Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.

domenica 22 dicembre 2013

giovedì 19 dicembre 2013

Natale, 18122013



Stamattina alla stazione c’era una ragazza con i capelli lunghi e neri. Portava una sciarpa dello stesso verde dei miei capelli, per questo ha attirato la mia attenzione. Aveva un viso sottile, ma bello e sembrava molto sicura di sé. Per me era impossibile non guardarla.
Solo dopo un po’ ho notato che il suo bagaglio consisteva in un trolley sgangherato che conteneva una grossa tastiera, che spuntava per metà, senza nessuna protezione.
In effetti aveva l’aria della musicista. O di chi conosce qualcuno che è un musicista.
Mi sono chiesta se la trasportasse in quella maniera così disastrata perché effettivamente era molto sicura di sé ed era certa che sarebbe riuscita a non rovinarla, o perché magari era solo una delle tante persone che hanno poca cura degli oggetti, anche di quelli più importanti.

 
Stamattina alla stazione c’era un ragazzo con un cappello viola con scritto BERLIN. All’inizio l’ho guardato di sfuggita, ma poi si è seduto a terra poco distante per me, ha tirato fuori dallo zaino un taccuino e ha iniziato a scrivere tantissimo.
Di tanto in tanto sollevava gli occhi dal foglio, si guardava attorno, forse fissava i passanti, forse me che lo fissavo, forse i cartelloni luminosi che segnalavano le Partenze; poi ricominciava a scrivere.
La sua scrittura era precisa e minuta: mi chiedevo se scrivesse così perché si sentiva osservato o in imbarazzo a scrivere in mezzo alla folla (vi è mai capitato di rimpicciolire la propria scrittura perché qualcuno osserva cosa stiamo scrivendo? A me sì) oppure perché era una di quelle persone precise e meticolose, a cui piace cogliere i dettagli, di quelle persone che, anche scrivendo di getto su un foglio senza righi, riescono a mantenere le lettere tutte piccole e allineate.
Portava con sé uno zaino, un borsone e una grossa lanterna grigia a vetri: sembrava essere una di quelle lanterne per esterni da candela che vendono all’Ikea.
Mi piaceva un sacco il modo in cui scriveva, anche se non so cosa stesse scrivendo, magari era solo una lista delle cose da fare, ma in poco tempo ha riempito due grosse pagine. Mi piaceva così tanto che anche quando è apparso il binario del mio treno non mi sono mossa di lì, fin quando anche lui non si è alzato ed è sparito dal mio campo visivo.

 
Stamattina alla stazione un uomo strano, quello che forse in tanti definirebbero un “barbone”, mi si è avvicinato; vivendo da quattro anni in una grande città ho ormai imparato a non dare confidenza a tutti, anche se mi risulta sempre estremamente difficile e imbarazzante: perché non dovrei dare il modo a qualcuno di parlare?
Sarà perché ero ricoperta di sciarpe e cappelli di lana, l’uomo mi ha chiesto preventivamente se fossi italiana ed io ho colto l’occasione per fare finta di non capire. Poi ha tirato da fuori la schiena un blocchetto di piccoli libricini stampati in bianco e nero e mi ha detto che stava vendendo delle copie di una raccolta di sue poesie. Ho balbettato un “no, no” e lui se ne è andato, ringraziandomi in italiano tra l’altro.
Mi sono sentita in colpa per avergli mentito e, anche se magari è solo uno spostato che cerca di raccattare soldi in giro come tanti altri, l’ho ammirato molto.

 
Oggi pomeriggio alla stazione, appena scesa dal treno, ho iniziato a girovagare, piuttosto di fretta, cercando con lo sguardo l’albero di natale alto e pieno di biglietti che mi aspettavo di trovare.


 
 
Ma lui non c’era.
Mi sono sentita molto triste.
Poi sono finita all’entrata del sottopassaggio e ho visto che avevano recintato una zona  e all’interno avevano fatto un piccolo albero, attorniato da globi luminosi, su un tappeto bianco di finta neve.
Ho scritto un cartello invitando chiunque volesse a lasciare lì i propri bei pensieri, ma mentre lo facevo un poliziotto mi ha rimproverato.
Spero non mi abbia visto mentre gli disubbidivo, oltrepassavo le transenne e poggiavo a terra vicino l’albero quel cartello: lo so che lui doveva mantenere l’ordine, ma io credo fermamente che trovare in una stazione un albero di natale in cui racchiudere i buoni propositi di migliaia di persone sia una cosa bella, ed importante.
Ho lasciato anche un biglietto per Marco, e poi sono andata via.
 
Oggi pomeriggio alla stazione, ho chiamato mamma per dirle che sarei ripartita a breve e lei ha colto l’occasione per comunicarmi che, parlando con il medico, ha scoperto che dovrei cambiare medicinali: ho cercato su internet il nome della nuova medicina e ho letto cose che non mi sono piaciute per niente. Mi sento stanca per questa situazione che va avanti da anni, benché non sia nulla di grave. Penso che potesse aspettare fino a stasera per dirmi queste cose dal vivo, ma penso anche che, come spesso accade anche a me, era spaventata dalla mia reazione e non è riuscita ad aspettare, preferendo sganciarmi la bomba brevemente e via telefono. A volte le cose mi sembrano troppo complicate, forse.
 
Oggi pomeriggio sul treno vicino a me si è seduta una famiglia: lei era bella, parlava al telefono con qualcuno del deficit dell’attenzione del proprio bambino, ma non sembrava triste, quanto infastidita, ma forse era solo un suo modo per esprimere ciò che sentiva; lui, invece, non penso si potesse considerare un bell’uomo, eppure mi ha attirato il modo e la dolcezza con cui si prendeva cura del figlio, iperattivo e capriccioso, con quanta tenerezza lo facesse giocare anche col proprio cellulare (che veniva utilizzato come una macchinina), senza sfociare nel menefreghismo e nel disturbo degli altri passeggeri. Il suo sorriso era leggermente incrinato, ma sincero.
 
Era già tramontato il sole quando il treno si è fermato troppo a lungo in una stazione, facendoci accumular parecchio ritardo; in tutto quel lasso di tempo di sosta ho parlato al telefono con un conoscente, per chiedergli velatamente consiglio, ma anche per capire cosa ne pensasse lui, di determinate situazioni che, anche se non dovrebbero, mi affliggono. Probabilmente uno dei miei più grandi problemi è che non riesco mai a parlare con le persone giuste: finisco sempre per tenermi tutto per me o a parlarne con una persona di cui mi fido ciecamente, sfogandomi, ma che può farci poco nella vicenda. Stavolta sono contenta perché mi sono sfogata, senza cadere negli eccessi, e ho capito il suo pensiero, comprendendo insieme anche il mio. Il problema di fondo è rimasto perché io non ho potere su questa vicenda, ma mi sento un po’ meglio.
 
Era già tramontato il sole quando ho telefonato ad una conoscente perché sapevo che stava passando un brutto momento, qualcosa di molto simile a vicissitudini da me sperimentate, e volevo sapere come stava, provare a tirarle un po’ su il morale. Ma non credo di esserci riuscita: mi è sembrata un po’ restia a raccontarmi gli avvenimenti e questo lo posso capire perché sono avvenuti da poco, poi abbiamo chiuso la telefonata piuttosto repentinamente senza che io potessi avere modo di fare niente altro per lei.
Vorrei essere in grado di poter fare di più per le persone che mi stanno a cuore; essere in grado di dimostrare loro che gli voglio bene e che gli sono vicina, ma mi sembra di non riuscirci mai, e forse per questo non riesco più ad avere un vero e proprio amico.
 
Era già tramontato il sole da un bel po’ quando, in mezzo al buio fuori dal finestrino, ho provato a cercare tracce del mio mare, trovando invece la luna piena. Mi piace viaggiare di sera: col buio il tempo mi pare che trascorra più velocemente, o forse semplicemente perché è la mia dimensione, mi sembra di perdere meno tempo. Quando viaggio in treno verso casa, però, preferisco che sia ancora giorno: ogni volta lo scintillare delle onde sotto la luce radente mi fa brillare gli occhi e mi sento come se prendessi un grosso respiro dopo mesi di apnea.
 
Oggi avrei voluto essere migliore.
Avrei voluto avere una faccia migliore, un sorriso migliore, un atteggiamento migliore.
Anche se avevo sonno, se ero triste, se ero pensierosa, avrei voluto rivolgermi agli sconosciuti con più gentilezza e garbo di quanto non sia riuscita, benché mi sforzassi per farlo.
Ma in fondo devo ancora comprende che non tutto può essere sotto il mio controllo e che, al contrario, altre cose dovrei riuscire a controllarle meglio.
 
 
Tra un’ora sarò, ancora una volta, in quella che sono abituata a chiamare casa.
E lì, solo lì, l’unico luogo al mondo in cui ogni debolezza mi è concessa.
Benché io mi trattenga dal concedermele così spesso.






ArHaL
Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.

lunedì 16 dicembre 2013

Quote LXXII



Il mondo avrebbe dovuto essere qualunque cosa, tranne ciò che è.
E. M. Cioran
 
 
 





ArHaL
Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.

mercoledì 11 dicembre 2013

FYC LXXXIII



Ho bisogno di spaccare qualcosa, urlare fino a perdere la voce o, in alternativa, stordirmi con qualche metodo bislacco e dormire per i prossimi 3 giorni almeno.

Anzi, ora come ora, vorrei riaprire gli occhi direttamente il 18 sera a Palmi e mangiare del pane salato, ingozzarmi di medicine per stare meglio e abbracciare mia nonna.



Tanto so già che non accadrà niente di tutto questo.









ArHaL
Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.

domenica 1 dicembre 2013

Quote LXXI


In te vacillo,
cado
e m'alzo ardendo.

Tu tra tutti gli esseri hai il diritto di vedermi debole.

P. Neruda



ArHaL
Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.