venerdì 30 maggio 2014

147...156/365

Day from147to156 of 365.

Ho moltissima paura.
Un sacco di ansie, stress, malesseri si stanno generando in me, in questo periodo maledetto che è l'inizio dell'estate: la gente si rigenera, si sente meglio, quando arriva il primo caldo, pensa già alle vacanze, alle ferie, al riposo, al divertimento, e io invece ogni anno mi distruggo.
Ho affrontato sempre d'estate i miei periodi più bui.

Quest'anno ho dei problemi reali da affrontare, per cui non me ne sento in grado; mi trema il cuore al pensiero di dover aprire certi discorsi dolorosi, ma so che devo farlo, per il bene mio e di chi mi sta intorno.

Poi ci sono cose moltissime cose da fare, e che non riesco a fare.
E, non lo so, per quanto lavori, per quanto m'impegni, io non so dove sto andando a finire.
Cosa ne sarà di me.

Perché, in fondo, i miei sogni più importanti sono sempre stati molto ancorati alla realtà:
- diventare un'archeologa,
- vivere in una casa con chi amo.
Eppure, in questo clima d'incertezza politica, sociale e personale, entrambi mi sono di fatto irraggiungibili.

Non riesco più a studiare come un tempo e, anche se mai un giorno giungessi alla laurea, so già che non potrò fare l'archeologa perché ho dovuto guardare in faccia la realtà, per quanto dolorosa.
Oltre al fatto che è difficilissimo trovare lavoro in questo campo, io non ne ho le potenzialità fisiche: ci vuole forza, agilità, resistenza, adattamento a climi e cibi e orari molto diversi, e il mio corpo, per quante prove abbia cercato di fargli superare, non è in grado di farcela.
Non basterebbe farsi muscoli, rafforzarsi, riacquistare un regime dietetico "normale": ormai l'ho appurato.
Non sono nata con abbastanza "spessore" e sto iniziando a rassegnarmi a questo: sono debole.

Per l'altro, non ci sono né i soldi, né i presupposti, anzi, sono moltissimi i motivi per cui prendermi una casa con Istvan è infattibile; oltretutto, dentro di me, per quanto io desideri questa cosa, c'è sempre una voce che mi ripete che non è la cosa giusta da fare, che ancora non mi merito questo privilegio e che non sarei mai capace di convivere con lui.
D'altro canto, però, a livello "logico" io sono certa, certissima, che molti dei miei problemi si risolverebbero se solo avessi la possibilità di stare con lui in una casa, di passare più tempo insieme, di costruire qualcosa di vero.
A volte, spesso in realtà, il pensiero di non poter vivere con lui mi affligge così tanto da farmi piangere.
Però cerco sempre di scacciare queste sensazioni perché so che devo rassegnarmi anche a questa realtà dei fatti.

Avrei molto altro da scrivere, ma in momenti come questi mi sento prosciugata da ogni cosa, soprattutto dalle parole.




ArHaL
Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.

mercoledì 21 maggio 2014

133...146/365

Day from133to146 of 365.

E' un periodo molto strano questo.
Ho mille impegni e cose da fare, eppure non sono mai in grado di riempire a modo i miei tempi morti.
Probabilmente perché sono così stanca mentalmente e fisicamente che voglio riposarmi, almeno in quei momenti.
D'altro lato, però, mi sento piena di energie, cosa che è in contrasto con il mio normale essere, e l'avere da fare così tante cose mi rende elettrica e mi fa sentire utile.

In realtà vorrei solo riflettere su ciò che sto provando.
Ma non ne ho la forza. Non ora.




ArHaL
Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.

giovedì 8 maggio 2014

127...132/365

Day from127to132 of 365.

Ci sono cose di cui non si ha voglia di parlare o di scrivere. Quelle sono forse le cose che più meriterebbero di essere sviscerate, e discusse, e urlate.
Ma, per quanto mi costi ammetterlo, mi manca la forza. E la voglia. E la testa.

Vorrei fare in modo che l'energia positiva che a volte m'impregna sia trasmessa a tutto e a tutti intorni a me; e, invece, spesso accade il contrario: qualcosa di nefando mi influenza.

Eppure, ormai ho notato che, per quanto possa esserci qualcosa che mi affligga, alla fine mi basta poco per trovare il modo di sorridere, ridere o addirittura esultare: una chiacchierata che va a buon fine, una serata tranquilla, una giornata di quelle che ho imparato a considerare perse.
A volte penso che ciò mi renda troppo "leggera", e mi sento in colpa a non mantenere i miei toni cupi; ma li tengo per così tanto tempo quando sono da sola, quando sono fuori nel mondo che conosco poco, o meglio li tenevo, mi sto sforzando di smettere.
Le cose si affrontano meglio con un sorriso, ma devono in ogni caso essere affrontate. Prima o poi.

In questo periodo mi tremano le mani.
Ho paura di non farcela a stare dietro a tutto quanto.
Eppure continuo a impegnarmi, a darmi da fare, a fare.
Ma ho paura che nelle cose veramente importanti, non ce la possa fare più.
Mi sentirei enormemente sollevata nel dire "basta, mi arrendo, mollo tutto" e, al contempo, enormemente sola, vuota, triste. Per questo non lo faccio.
Ma in realtà vorrei, vorrei scappare lontanissimo.
Ma dove?
Il fatto è che per ogni casa che ti costruisci, prima o poi, i lavori di manutenzione vanno fatti.
E io di case ne ho tante, forse troppe, e i lavori sono esosi.
Per permettermeli devo lavorare giorno e notte.

Forse è anche per questo che fatico così tanto a concentrarmi nella lettura; però, come spiegarlo al prossimo?
Questo è un tipo di impegno per cui non basta una vacanza, per quanto allettante; perché tutto resta dentro di me, me lo porto dietro come la più preziosa delle valigie.
E' che in realtà non ho dove fuggire.
L'unico modo (e non risolverebbe comunque tutto) sarebbe cambiare nuovamente ogni cosa: città, amici, casa.
Lasciare svanire di nuovo tutto.
Ma, una persona malinconica come me, dove vuole andare?
Non ho la forza neanche per andare a fare la spesa, figurati per ricostruirmi, ancora una volta, una vita, un passato, un qualcosa.

Poi penso sempre che sono troppo testarda e orgogliosa per mollare la presa e scappare.
Che le volte in cui l'ho fatto nella mia vita, me ne sono pentita e vergognata.
E quindi continuo a restare aggrappata a questa corda, che ogni giorno diventa più spessa e ruvida, e mi fa sanguinare le mani durante quest'infinito tiro alla fune.
In cui, inevitabilmente, sono in squadra da sola contro tutto il resto.

La cosa che mi sorprende è che, nella mia debolezza, non sono ancora caduta.
Ciò mi spinge ad andare avanti.





ArHaL
Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.

venerdì 2 maggio 2014

124-125-126/365

Day 124&125&126 of 365.

Mi chiedo come faccia la gente a non pensare al tempo che passa.
Come faccia ad agire ogni giorno come se tutti i loro piccoli, e a volte insulsi, gesti non entrino a far parte di qualcosa di più grande, del tempo che passa.
Ogni giorno, uno dietro l'altro, si costruisce qualcosa che piano piano cresce, si modifica, si completa e poi, alla fine, inevitabilmente, muore.
A volte no, se hai fatto un buon lavoro.

E invece l'unica cosa che ci insegnano è che dobbiamo pensare al nostro futuro, che dobbiamo studiare per trovare lavoro e fare soldi, che dobbiamo fidanzarci per poi sposarci e farci una famiglia, e costruire una casa da riempire con televisori e divani.
E' l'unica cosa che ci dicono di pensare, ma non ci insegnano a capire che ogni cosa che facciamo, anche la più piccola, entra a far parte del tempo che passa, della nostra breve storia; non ci insegnano a riflettere che ogni nostra azione ha una ripercussione, che quella che ci sembra una parola sussurrata in un orecchio, in realtà può valicare i confini e diventare chissà cosa altro, nel tempo; non ci insegnano che ogni cosa che facciamo diviene e cambia ed è speciale anche solo perché unica e irripetibile.

E così ho sempre la sensazione che sprechiamo il nostro tempo. Che sprechiamo il potere immenso che abbiamo in piccolezze. Che sprechiamo noi stessi inseguendo cose brillanti e inutili, pensieri poco profondi, stati d'animo del tutto inadeguati  a ciò che realmente siamo.

Ma forse il mio errore è sempre lo stesso: pretendere troppo dal prossimo e da me stessa.
Non sono una macchina e l'ho imparato a mie spese.
La gente che ho attorno è spesso deludente e anche questo l'ho imparato a mie spese.
Le menti e gli animi che sono davvero in grado di comprendere e capire e sentire sulla loro pelle lo scorrere del tempo forse sono poche, troppo poche e io continuo a non capire come ciò sia possibile: gli ingranaggi forse non sanno di far parte di un orologio?


Tuttavia non posso dire di essere intrisa di energia negativa: a volte ho voglia di mollare tutto perché penso di essere troppo stressata, perché penso che la gente non mi ascolta e non lo farà mai, perché penso che è troppo per me, ma alla fine mi ripeto che non posso mollare perché credo fermamente in ogni cosa, anche nella più piccola, che ogni giorno faccio.
Forse avrò bisogno di più tempo, ma continuerò. Senza mollare mai.

Avrei bisogno di stare da sola, ora più che mai, ma non posso farlo perché bisogna fare troppe cose e, soprattutto, perché mia madre è venuta a trovarmi per la Fiera dell'Artigianato; sono contenta, ma quando ho bisogno di pensare voglio stare da sola o con persone che, in qualche modo, pur non sapendo, comprendano il mio silenzio o la mia voglia di pensare ad altro.

Una volta tanto anche a me piace non pensare al tempo che passa.




ArHaL
Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.