lunedì 28 agosto 2017

In the eye of the storm.


Anche quest'anno sono sopravvissuta alle vacanze in Calabria.
Non vedevo l'ora di cambiare aria e, anche se lì è il disagio, mi è servito.
Mi sono aggrappata alla compagnia che avevo vicino e, nonostante dei momenti bui, non sono affondata.
I miei stanno male dopo le perdite che hanno subito e sono preoccupata per loro. Ma mi ormai chiaro che non posso fare nulla per questo, perché sebbene la mia compagnia li sollevi un po', affossa me restare lì a lungo.
Mi sono concentrata sul pensare logicamente, sul capire cosa dover fare nei prossimi mesi per continuare a vivere a Firenze: in realtà mi sono stancata di questa città che finora mi ha dato più dolori che gioie, ma non è il momento adatto per me per lasciarla. Tuttavia, dopo la perdita della mia ultima nonna, non ho più i fondi per pagarmi l'affitto. I miei genitori mi hanno dato gli ultimi tre mesi di tempo, e poi boh.
Farò del mio meglio per trovare il modo per restare, ma stavolta senza andare contro alla mia salute e alle mie indoli. Non so ancora quali siano i miei obiettivi, ma ricorrerò a tutti i mezzi che ritengo giusti per provare a rimanere qui. In fondo, ciò che mi ha sempre salvato finora sono i legami e sono sicura di avere degli amici che mi potrebbero ospitare per un periodo, qualora le cose mi sfuggissero di mano.
Sono molto spaventata da tutto questo enorme cambiamento ed incertezza, ma ora non sono più in bilico semplicemente perché è crollato tutto: ho i piedi per terra, e da qui posso solo iniziare a camminare. Non so arrivando dove, ma da qualche parte arriverò.

Per cominciare ho preso tutto il coraggio (e forse lo stordimento da rientro) che ho e l'ho usato per eliminare le foto del mio ex dai miei account social: non sono sicura di aver eliminato tutto, ma tanto mi sono rassegnata a veder rispuntare oggetti, immagini, pensieri suoi da ogni angolo. Era la prima volta nella mia vita che non compivo una damnatio memoriae dopo che un legame così si era infranto, ma ora ho capito che dovevo assolutamente farlo perché ogni volta che dovevo cercare qualcosa tra i vecchi post, mi venivano fuori tutte quelle foto e stavo troppo male.
Le ho affrontate ora, tutte insieme, da sola e trattenendo le lacrime, che so che è inutile versare. Non voglio più vederlo né sapere niente di lui e di chi gli sta vicino dopo le ultime esperienze che ho avuto in merito e, nonostante continui a sognarlo e a ricordare i momenti vissuti insieme, so che devo continuare a separarmene perché è ormai palese che non fosse la persona adatta a me.
Sarebbe stato bello se lo fosse stato, questo sì. Ma non lo era.

Tra qualche giorno ripartirò per un altro progetto europeo, in Slovacchia e stavolta sarò da sola in mezzo a sconosciuti. E ancor di più, al ritorno mi fermerò per qualche giorno in Croazia e a quel punto sarò davvero da sola all'estero per la prima volta in vita mia. Chissà come mi sentirò a fare la turista da sola, a scoprire nuove cose da sola, a cavarmela da sola. Sono sia spaventata che curiosa di mettermi alla prova, e in qualche modo troverò la strada per tornare a casa cambiata, ancora una volta.
Ho scoperto che a Zagabria c'è un museo che è un inno alla mia vita, e cioè il "museo delle relazioni interrotte": è il primo al mondo di questo tipo sociologico e da anni raccolgono oggetti donati da ex fidanzati di tutto il mondo. Ho scritto loro per sapere se anche io potessi diventare una donatrice e loro mi hanno risposto entusiasti di sì (credo che abbiano poco o niente dall'Italia): quindi tutti gli scatoloni che mi ostino a conservare (così come le foto che ho eliminato da internet, ma conservato in cartelle nascoste) hanno un senso. Ovviamente mi limiterò a portare materiale solo delle ultime relazioni più mature che ho avuto e solo gli oggetti che mi sembrano migliori o più importanti. Per tutto il resto hanno una piattaforma multimediale in cui chiunque può donare immagini o lettere.

Sento questo gran bisogno, da sempre e ora più che mai, di liberarmi dalle zavorre del passato.
Forse per risalire dal fondo in cui mi trovo è giunto il momento di abbandonare tutti i bagagli e scalare le pareti a mani nude.

Nel frattempo sul sito ufficiale di SCF hanno pubblicato un mio breve racconto angosciante che ho scritto mesi fa: Incubo.
Non è chissà quale notizia, ma è qualcosa.




ArHaL
Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.