Ora come ora
scritto da: ArHaL
Troppo lunga la vita per essere un sogno...

Troppo breve la vita per essere un incubo...
Troppo breve la vita per essere un incubo...
venerdì, 20 luglio 2007 alle ore 17:02
♥♥♥
ArHaL

Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.
Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.
Ancora Spazio
scritto da: ArHaL
*Arhal torna vicino alla quercia. Stavolta è infuriata. Sospira. No, forse non lo è. E' delusa.
Delusa dagli atteggiamenti di persone di cui si fida, persone che vogliono sapere tutto di lei, ma non dicono nulla di loro. Sospira ancora.
Poggia un palmo della mano sul tronco dell'albero, ancora in fiore e avvolto da quella stretta liana che pare stritolarlo. Un nuovo brivido la percorre.
Il palmo si accartoccia lentamente in un pugno, quasi a voler afferrare le pieghe invisibili di quella corteccia. E all'improvviso, scatta. Il mantello nero compie un giro e suono sordo rieccheggia nel silenzio di quel primo pomeriggio assolato di Konoha. Una scossa di dolore percorre la gamba di Arhal, ma lei sorride. Un secondo suono, forse più forte del primo. Il pugno sinistro s'inchioda contro l'albero. Ormai è nel tunnel.
E ancora, ancora, ancora. Uno dietro l'altro, come sempre. Ormai crede di aver fatto i calli. Oggi vuole darne più del solito. E continua a ferire quella solida corteccia con le sue insulse nocche.
Sembra quasi un ritmo, un rimbombare di dolore. Si ferma e respira. Non è stanca. Si slaccia il mantello, che si affloscia al suolo. L'afa inizia a farsi sentire. Poco dopo imita il suo mantello, e si siede a terra, ai piedi della maltrattata quercia. Le case lì vicino sono chiuse, è l'ora in cui di solito le famiglie si riuniscono. Si sente a casa, vicino quella quercia. Chiude gli occhi, una brezza calda le sposta quasi violentemente i capelli*
°Che fare?°
*Guarda il verde accecante dell'erba. Illusa, illusa di non esser sola. Mentre forse con qualcuno accanto si è più soli. Ti abbandoni a quello che provi, e non controlli più te. Allora si è soli?
E allora, su, giù, su, giù. Piegamenti.
Pochi stavolta, la voglia di far qualcosa la ha abbandonata da tempo.
Si sdraia all'ombra delle fronde, al riparo dai quei raggi che possono scottare la pelle troppo candida.
Chiude gli occhi e il vuoto l'avvolge*
giovedì, 19 luglio 2007 alle ore 13:31
*Arhal torna vicino alla quercia. Stavolta è infuriata. Sospira. No, forse non lo è. E' delusa.
Delusa dagli atteggiamenti di persone di cui si fida, persone che vogliono sapere tutto di lei, ma non dicono nulla di loro. Sospira ancora.
Poggia un palmo della mano sul tronco dell'albero, ancora in fiore e avvolto da quella stretta liana che pare stritolarlo. Un nuovo brivido la percorre.
Il palmo si accartoccia lentamente in un pugno, quasi a voler afferrare le pieghe invisibili di quella corteccia. E all'improvviso, scatta. Il mantello nero compie un giro e suono sordo rieccheggia nel silenzio di quel primo pomeriggio assolato di Konoha. Una scossa di dolore percorre la gamba di Arhal, ma lei sorride. Un secondo suono, forse più forte del primo. Il pugno sinistro s'inchioda contro l'albero. Ormai è nel tunnel.
E ancora, ancora, ancora. Uno dietro l'altro, come sempre. Ormai crede di aver fatto i calli. Oggi vuole darne più del solito. E continua a ferire quella solida corteccia con le sue insulse nocche.
Sembra quasi un ritmo, un rimbombare di dolore. Si ferma e respira. Non è stanca. Si slaccia il mantello, che si affloscia al suolo. L'afa inizia a farsi sentire. Poco dopo imita il suo mantello, e si siede a terra, ai piedi della maltrattata quercia. Le case lì vicino sono chiuse, è l'ora in cui di solito le famiglie si riuniscono. Si sente a casa, vicino quella quercia. Chiude gli occhi, una brezza calda le sposta quasi violentemente i capelli*
°Che fare?°
*Guarda il verde accecante dell'erba. Illusa, illusa di non esser sola. Mentre forse con qualcuno accanto si è più soli. Ti abbandoni a quello che provi, e non controlli più te. Allora si è soli?
E allora, su, giù, su, giù. Piegamenti.
Pochi stavolta, la voglia di far qualcosa la ha abbandonata da tempo.
Si sdraia all'ombra delle fronde, al riparo dai quei raggi che possono scottare la pelle troppo candida.
Chiude gli occhi e il vuoto l'avvolge*
giovedì, 19 luglio 2007 alle ore 13:31
♥♥♥
ArHaL

Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.
Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.
Run Away, Run Away, Run Away
scritto da: ArHaL
Full Moon
Sitting in a corner all alone,
staring from the bottom of his soul,
watching the night come in from the window
It'll all collapse tonight, the fullmoon is here again
In sickness and in health, understanding so demanding
It has no name, there's one for every season
Makes him insane to know
Running away from it all
"I'll be safe in the cornfields", he thinks Hunted by his own,
again he feels the moon rising on the sky
Find a barn which to sleep in, but can he hide anymore
Someone's at the door, understanding too demanding
Can this be wrong, it's love that is not ending
Makes him insane to know
She should not lock the open door
(run away run away, run way)
Fullmoon is on the sky and He's not a man anymore
She sees the change in Him but can't
(run away run away, run away)
See what became out of her man... Fullmoon
Swimming across the bay,
the night is gray, so calm today
She doesn't wanna wait.
"We've gotta make the love complete tonight..."
In the mist of the morning he cannot fight anymore
Thousands moon or more, he's been howling
Knock on the door, and scream that is soon ending
Mess on the floor again...
She should not lock the open door
(run away, run away, run away)
Fullmoon is on the sky and he's not a man anymore
Sees the change in him but can't
(run away, run away, run away)
See what became out of her man
She should not lock the open door
(run away, run away, run away)
Fullmoon is on the sky and he's not a man anymore
Sees the change in him but can't
(run away, run away, run away)
See what became out of her darling man
She should not lock the open door
(run away, run away, run away)
Fullmoon is on the sky and he's not a man anymore
See what became out of her man
Seduto in un angolo completamente solo
Perso nel fondo della sua anima
Guarda dalla finestra la notte arrivare.
Tutto crollera’ stanotte, e’ di nuovo luna piena
Nella malattia e nella salute, capire e’ cosi’ difficile
Non ha nome, ce ne e’ una per ogni stagione
Lo rende pazzo cercando di capire
Scappando da tutto
“Saro’al sicuro in un campo di grano”, pensa, ossessionato da se stesso
Di nuovo sente la luna sollevarsi nel cielo
Trova un granaio dove riposare, ma puo’ nascondersi ancora?
Qualcuno e’ alla porta, capire e’ troppo difficile
Potrebbe essere sbagliato? E’ l’amore a non finire
Lo rende pazzo cercando di capire
Lei non dovrebbe chiudere la porta aperta
(Scappa, scappa, scappa)
La luna piena e’ nel cielo e lui non e’ piu’ un uomo
Lei vede i cambiamenti in lui ma non puo’
(Scappa, scappa, scappa)
Vedere cosa e’ diventato il suo uomo…. Luna piena
Nuotanto lungo la baia
La notte e’ grigia, e’ cosi’ calma oggi
Lei non vuole aspettare
“Dobbiamo completare il nostro amore stanotte….”
Nella nebbia del mattino lui non puo’ piu’ combattere
Per migliaia di lune o piu’, ha ululato
Colpi alla porta, e un grido che finisce presto
Ancora disordine sul pavimento…
Lei non dovrebbe chiudere la porta aperta
(Scappa, scappa, scappa)
La luna piena e’ nel cielo e lui non e’ piu’ un uomo
Lei vede i cambiamenti in lui ma non puo’
(Scappa, scappa, scappa)
Vedere cosa e’ diventato il suo uomo adorato
Lei non dovrebbe chiudere la porta aperta
(Scappa, scappa, scappa)
La luna piena e’ nel cielo e lui non e’ piu’ un uomo
Lei vede i cambiamenti in lui ma non puo’
(Scappa, scappa, scappa)
Vedere cosa e’ diventato il suo uomo adorato
Lei non dovrebbe chiudere la porta aperta
(Scappa, scappa, scappa)
La luna piena e’ nel cielo e lui non e’ piu’ un uomo
Vedere cosa e’ diventato quell’uomo

Perso nel fondo della sua anima
Guarda dalla finestra la notte arrivare.
Tutto crollera’ stanotte, e’ di nuovo luna piena
Nella malattia e nella salute, capire e’ cosi’ difficile
Non ha nome, ce ne e’ una per ogni stagione
Lo rende pazzo cercando di capire
Scappando da tutto
“Saro’al sicuro in un campo di grano”, pensa, ossessionato da se stesso
Di nuovo sente la luna sollevarsi nel cielo
Trova un granaio dove riposare, ma puo’ nascondersi ancora?
Qualcuno e’ alla porta, capire e’ troppo difficile
Potrebbe essere sbagliato? E’ l’amore a non finire
Lo rende pazzo cercando di capire
Lei non dovrebbe chiudere la porta aperta
(Scappa, scappa, scappa)
La luna piena e’ nel cielo e lui non e’ piu’ un uomo
Lei vede i cambiamenti in lui ma non puo’
(Scappa, scappa, scappa)
Vedere cosa e’ diventato il suo uomo…. Luna piena
Nuotanto lungo la baia
La notte e’ grigia, e’ cosi’ calma oggi
Lei non vuole aspettare
“Dobbiamo completare il nostro amore stanotte….”
Nella nebbia del mattino lui non puo’ piu’ combattere
Per migliaia di lune o piu’, ha ululato
Colpi alla porta, e un grido che finisce presto
Ancora disordine sul pavimento…
Lei non dovrebbe chiudere la porta aperta
(Scappa, scappa, scappa)
La luna piena e’ nel cielo e lui non e’ piu’ un uomo
Lei vede i cambiamenti in lui ma non puo’
(Scappa, scappa, scappa)
Vedere cosa e’ diventato il suo uomo adorato
Lei non dovrebbe chiudere la porta aperta
(Scappa, scappa, scappa)
La luna piena e’ nel cielo e lui non e’ piu’ un uomo
Lei vede i cambiamenti in lui ma non puo’
(Scappa, scappa, scappa)
Vedere cosa e’ diventato il suo uomo adorato
Lei non dovrebbe chiudere la porta aperta
(Scappa, scappa, scappa)
La luna piena e’ nel cielo e lui non e’ piu’ un uomo
Vedere cosa e’ diventato quell’uomo
mercoledì, 18 luglio 2007 alle ore 20:16
♥♥♥
ArHaL

Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.
Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.
Spazio
scritto da: ArHaL
*Notte. Le stelle brillanti contrastano con il buio indiscusso del cielo. La luna è nuova, un solo piccolo spicchio si staglia tra qualche rada nube. Le costellazioni si vedono nitide, come tracciate da una matita sottile e bianca che unisce le piccole luci, fino a formare qualcosa di concreto e reale.
Più sotto, su un prato. Arhal è seduta a gambre incrociate. Il mantello sulle spalle, il cappuccio abbandonato all'indietro. L'erba le solletica le gambe, ma lei sembra non accorgersene. La schiena e la testa appoggiate ad un tronco di un'antica quercia, forse la più antica di Konoha.
Silenzio. Qualche grillo, qualche soffio di vento che fa tremare le foglie. E' lì, che dopo mesi, per la prima volta si sente al sicuro. Ad occhi chiusi, di notte, sotto un albero che pare sussurarle cose che non tutti possono udire.
E forse è così.*
°Ryu guidami..°
*All'improvviso l'aria si ferma, il canto sereno e quieto dei grilli si arresta. Almeno per Arhal. Immagini prendono forma nella sua mente. Immagini di tempi remoti; nella mano stringe la pietra. Immagini che piano, sfumano, come se il vento avesse portato via un castello di sabbia, lasciando solo il vuoto.
Un vuoto che presto viene riempito da fuoco e lava pura, che tutto bruciano e tutto cancellano. Che infiammano il cuore, il braccio e l'anima.
Apre il pugno. Anche la pietra sembra che stia per fondersi. A vederla sembra incandescente, ma sembra la tenga in mano senza troppo dolore. Una piccola fiamma, debole, insicura, quasi una scintilla che sembra essere provocata dallo scontro di due pietre focaie.
L'erba inizia a crescere e arriva a sfiorarle le ginocchia rialzate dal terreno. Una stretta liana avvolge velocemente il fusto della quercia. Trae energia da quel cuore pulsante. Arhal ha un brivido di energia lungo la schiena.
Tutto questo d'improvviso cessa. Stringe nuovamente il pugno intorno alla pietra e apre gli occhi nell'oscurità. La realtà ritorna, una civetta vola via da un albero poco lontano rumorosamente.
La ragazza scatta all'inpiedi con velocità impressionante. E con altrettanta velocità sale lungo il tronco dell'albero, come se stesse correndo lungo una strada. Arriva in cima con un balzo. E' lì. Sopra tutto.
Respira quasi nervosamente l'aria, che quando arriva nei polmoni pare che s'infiammi.
Vorrebbe essere vento che spira, acqua che scorre o forse un'aquila che vola alto. Non lo sa. Sa solo che brucia. Apre le braccia, quasi come se dovesse volare veramente, poi le pone dritte davanti a sè.
Un movimento. Rapido, silenzioso. Uno scatto. Un fremere di dita ed un tendersi di muscoli. Fuoco.
Due lame di fuoco che s'infrangono nell'erba e formano immediatamente due cerchi, come se seguissero una pista prefissata. I cerchi si sfiorano. Formano un otto rovesciato.
Ma nessuno vedrà tutto questo. Con un balzo è a terra e con lo spostamento d'aria causato dall'atterraggio, anche se minimo, la fiamma miracolosamente si spegne. Lasciando quella strana forma solamente nel colore d'erba bruciata.
Arhal si toglie il mantello e lo lascia cadere al suolo. Si abbassa e comincia. Flessioni, lente e, a scatti, veloci. Non sa quante. Probabilmente come sempre, fin quando non sentirà i tendini tirare come se si stessero per spezzare e i muscoli implorare riposo.
Sente le pulsazioni del suo cuore impazzito. E si sente viva.
E continua, non sa neanche lei per quanto. Odia il tempo*
°Forse non è del tutto sbagliato quello che sto facendo..°
*Un braccio le cede e cade col petto a terra, spossata. Sente che trema per lo sforzo. Felice, ecco cos'è*
°O forse sì.°
*Si gira verso il cielo, a guardare le stelle, l'unica cosa che l'hanno sempre osservata. Le uniche a cui ha mantenuto le proprie promesse, le più importanti. Chiude gli occhi. E il vuoto inizia a girare. Ed il tempo, finalmente, a scorrere.
Rimane lì, per ore, crede. La sveglia il primo raggio di sole. Non sopporta la luce.
Scatta su a sedersi, nonostante tutto, si sente rinata. Respira l'aria profumata di mattina. Il suo segno è ancora lì. Poggia le mani sul prato e chiude gli occhi. Erba nuova, sostituisce quella bruciata.
Si alza lentamente dal suolo.*
°Voglio colorare.°
*Si appoggia di schiena all'albero, incrociando le braccia dietro di sè e appoggiando un tallone sul tranco. Il viso alto e fiero, come a sfidare la luce del sole nascente. Socchiude le palpebre.
Fiori sbocciano sulla quercia*
°Era ora..°
*Come in un soffio, raccoglie il suo mantello e s'incammina per la strada*
lunedì, 16 luglio 2007 alle ore 02:49
*Notte. Le stelle brillanti contrastano con il buio indiscusso del cielo. La luna è nuova, un solo piccolo spicchio si staglia tra qualche rada nube. Le costellazioni si vedono nitide, come tracciate da una matita sottile e bianca che unisce le piccole luci, fino a formare qualcosa di concreto e reale.
Più sotto, su un prato. Arhal è seduta a gambre incrociate. Il mantello sulle spalle, il cappuccio abbandonato all'indietro. L'erba le solletica le gambe, ma lei sembra non accorgersene. La schiena e la testa appoggiate ad un tronco di un'antica quercia, forse la più antica di Konoha.
Silenzio. Qualche grillo, qualche soffio di vento che fa tremare le foglie. E' lì, che dopo mesi, per la prima volta si sente al sicuro. Ad occhi chiusi, di notte, sotto un albero che pare sussurarle cose che non tutti possono udire.
E forse è così.*
°Ryu guidami..°
*All'improvviso l'aria si ferma, il canto sereno e quieto dei grilli si arresta. Almeno per Arhal. Immagini prendono forma nella sua mente. Immagini di tempi remoti; nella mano stringe la pietra. Immagini che piano, sfumano, come se il vento avesse portato via un castello di sabbia, lasciando solo il vuoto.
Un vuoto che presto viene riempito da fuoco e lava pura, che tutto bruciano e tutto cancellano. Che infiammano il cuore, il braccio e l'anima.
Apre il pugno. Anche la pietra sembra che stia per fondersi. A vederla sembra incandescente, ma sembra la tenga in mano senza troppo dolore. Una piccola fiamma, debole, insicura, quasi una scintilla che sembra essere provocata dallo scontro di due pietre focaie.
L'erba inizia a crescere e arriva a sfiorarle le ginocchia rialzate dal terreno. Una stretta liana avvolge velocemente il fusto della quercia. Trae energia da quel cuore pulsante. Arhal ha un brivido di energia lungo la schiena.
Tutto questo d'improvviso cessa. Stringe nuovamente il pugno intorno alla pietra e apre gli occhi nell'oscurità. La realtà ritorna, una civetta vola via da un albero poco lontano rumorosamente.
La ragazza scatta all'inpiedi con velocità impressionante. E con altrettanta velocità sale lungo il tronco dell'albero, come se stesse correndo lungo una strada. Arriva in cima con un balzo. E' lì. Sopra tutto.
Respira quasi nervosamente l'aria, che quando arriva nei polmoni pare che s'infiammi.
Vorrebbe essere vento che spira, acqua che scorre o forse un'aquila che vola alto. Non lo sa. Sa solo che brucia. Apre le braccia, quasi come se dovesse volare veramente, poi le pone dritte davanti a sè.
Un movimento. Rapido, silenzioso. Uno scatto. Un fremere di dita ed un tendersi di muscoli. Fuoco.
Due lame di fuoco che s'infrangono nell'erba e formano immediatamente due cerchi, come se seguissero una pista prefissata. I cerchi si sfiorano. Formano un otto rovesciato.
Ma nessuno vedrà tutto questo. Con un balzo è a terra e con lo spostamento d'aria causato dall'atterraggio, anche se minimo, la fiamma miracolosamente si spegne. Lasciando quella strana forma solamente nel colore d'erba bruciata.
Arhal si toglie il mantello e lo lascia cadere al suolo. Si abbassa e comincia. Flessioni, lente e, a scatti, veloci. Non sa quante. Probabilmente come sempre, fin quando non sentirà i tendini tirare come se si stessero per spezzare e i muscoli implorare riposo.
Sente le pulsazioni del suo cuore impazzito. E si sente viva.
E continua, non sa neanche lei per quanto. Odia il tempo*
°Forse non è del tutto sbagliato quello che sto facendo..°
*Un braccio le cede e cade col petto a terra, spossata. Sente che trema per lo sforzo. Felice, ecco cos'è*
°O forse sì.°
*Si gira verso il cielo, a guardare le stelle, l'unica cosa che l'hanno sempre osservata. Le uniche a cui ha mantenuto le proprie promesse, le più importanti. Chiude gli occhi. E il vuoto inizia a girare. Ed il tempo, finalmente, a scorrere.
Rimane lì, per ore, crede. La sveglia il primo raggio di sole. Non sopporta la luce.
Scatta su a sedersi, nonostante tutto, si sente rinata. Respira l'aria profumata di mattina. Il suo segno è ancora lì. Poggia le mani sul prato e chiude gli occhi. Erba nuova, sostituisce quella bruciata.
Si alza lentamente dal suolo.*
°Voglio colorare.°
*Si appoggia di schiena all'albero, incrociando le braccia dietro di sè e appoggiando un tallone sul tranco. Il viso alto e fiero, come a sfidare la luce del sole nascente. Socchiude le palpebre.
Fiori sbocciano sulla quercia*
°Era ora..°
*Come in un soffio, raccoglie il suo mantello e s'incammina per la strada*
lunedì, 16 luglio 2007 alle ore 02:49
♥♥♥
ArHaL

Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.
Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.
17
scritto da: ArHaL
Verde.
Natura, così prepotente da ferire lo sguardo.
Ossigeno.
Aria, così pura da rinnovare i polmoni.
Fruscii.
Alberi, così pazienti da sembrar vivi.
Ad occhi aperti non vedi quello che l'iride percepisce. Vedi quello che il cuore elabora.
Ferite ancora scoperte, in cerca di alcool che le faccia sobbollire, per poi rimarginarsi definitivamente.
Il viale è stato cancellato dall'erba fresca, nuova d'estate. Le gambe scoperte ti produno per quel dolce formichio. Ma quello che ti tormenta di più è il solletico del cervello.
Svuoti la tua esistenza per un secondo. Rimane solo il salubre pensiero di esser coscienti.
Alzi gli occhi al cielo. In fondo, lo vedi, è lì. Azzurro, striato di bianco. Glaciale, eppure riscaldato da un sole estivo.
Brividi portati da una brezza forse troppo lontana da te. Sposti lo sguardo e vedi le cime degli alberi che ti circondano. Partono tronchi sottili, ma robusti. Dritti e fieri. Ma l'illusione, lassù, te li mostra curvati.
Ti rinchiudono in un gabbia di legno.
Morire in piedi, fra cortecce che ti hanno portata dove sei.
Qualche inutile passo, come tanti altri, ti conduce verso una giostra abbandonata.
Piccola, ti arriva alle ginocchia. Coperta da un telo rosso, in attesa che qualche passo allegro si avvicini.
Non sono i tuoi, quei passi.
La roccia ti accoglie e per quanto fredda, ti riscalda.
In fondo, chi ha davvero bisogno dell'illusione del calore per scaldarsi?
Li vedi crescere gli alberi.
Alcuni sottili, storti. Molti di questi crescono vicini tra di loro, in modo da appoggiarsi a vicenda. Come due anime che si sostengono.
Ma non tutti hanno bisogno di questo. Infatti altri crescono solidi e possenti, dritti fino al cielo. Ma non toccano le nuvole. Le loro radici li ancorano al terreno.
Forse sono gli alberi che vedono crescere te.
Scorri lo sguardo, latenza interiore.
Lo vedi. Solo, alto, saldo.
Più ti avvicini e più diventa enorme per te. Troppo. Anche un albero può rapirti adesso?
Ti senti di nuovo bambina, impaurita e con la testa che girava al di sotto di quelle immense cime. Ma almeno saltavi con loro, ti abbandonavi alla danza delle foglie.
Le foglie. Stanno ancora danzando?
Poggi una mano sul tronco. Chiudi gli occhi, fin'ora non hanno fatto altro che trasmettere visioni false di una realtà costretta.
Le senti, scorrerti dentro, più prepotenti di una canzone che ti rapisce i sensi. Rivogliono la loro attenzione.
Vorresti abbracciarlo quell'albero, ma è troppo grande per le tue braccia. Lo guardi e strappi un pezzo della corteccia. Speri che ricopra anche te.
Ma sai già che non sarà così. Ma almeno sai che sola, non lo sei.
Verde, ossigeno, fruscii. Ti pervadono. La solitudine non esiste, la crei tu.
A volte è utile.
Ma ricorda: non sempre.
E non è una gabbia. Solo una culla.
Verde.
Natura, così prepotente da ferire lo sguardo.
Ossigeno.
Aria, così pura da rinnovare i polmoni.
Fruscii.
Alberi, così pazienti da sembrar vivi.
Ad occhi aperti non vedi quello che l'iride percepisce. Vedi quello che il cuore elabora.
Ferite ancora scoperte, in cerca di alcool che le faccia sobbollire, per poi rimarginarsi definitivamente.
Il viale è stato cancellato dall'erba fresca, nuova d'estate. Le gambe scoperte ti produno per quel dolce formichio. Ma quello che ti tormenta di più è il solletico del cervello.
Svuoti la tua esistenza per un secondo. Rimane solo il salubre pensiero di esser coscienti.
Alzi gli occhi al cielo. In fondo, lo vedi, è lì. Azzurro, striato di bianco. Glaciale, eppure riscaldato da un sole estivo.
Brividi portati da una brezza forse troppo lontana da te. Sposti lo sguardo e vedi le cime degli alberi che ti circondano. Partono tronchi sottili, ma robusti. Dritti e fieri. Ma l'illusione, lassù, te li mostra curvati.
Ti rinchiudono in un gabbia di legno.
Morire in piedi, fra cortecce che ti hanno portata dove sei.
Qualche inutile passo, come tanti altri, ti conduce verso una giostra abbandonata.
Piccola, ti arriva alle ginocchia. Coperta da un telo rosso, in attesa che qualche passo allegro si avvicini.
Non sono i tuoi, quei passi.
La roccia ti accoglie e per quanto fredda, ti riscalda.
In fondo, chi ha davvero bisogno dell'illusione del calore per scaldarsi?
Li vedi crescere gli alberi.
Alcuni sottili, storti. Molti di questi crescono vicini tra di loro, in modo da appoggiarsi a vicenda. Come due anime che si sostengono.
Ma non tutti hanno bisogno di questo. Infatti altri crescono solidi e possenti, dritti fino al cielo. Ma non toccano le nuvole. Le loro radici li ancorano al terreno.
Forse sono gli alberi che vedono crescere te.
Scorri lo sguardo, latenza interiore.
Lo vedi. Solo, alto, saldo.
Più ti avvicini e più diventa enorme per te. Troppo. Anche un albero può rapirti adesso?
Ti senti di nuovo bambina, impaurita e con la testa che girava al di sotto di quelle immense cime. Ma almeno saltavi con loro, ti abbandonavi alla danza delle foglie.
Le foglie. Stanno ancora danzando?
Poggi una mano sul tronco. Chiudi gli occhi, fin'ora non hanno fatto altro che trasmettere visioni false di una realtà costretta.
Le senti, scorrerti dentro, più prepotenti di una canzone che ti rapisce i sensi. Rivogliono la loro attenzione.
Vorresti abbracciarlo quell'albero, ma è troppo grande per le tue braccia. Lo guardi e strappi un pezzo della corteccia. Speri che ricopra anche te.
Ma sai già che non sarà così. Ma almeno sai che sola, non lo sei.
Verde, ossigeno, fruscii. Ti pervadono. La solitudine non esiste, la crei tu.
A volte è utile.
Ma ricorda: non sempre.
E non è una gabbia. Solo una culla.
06/07/07
Grazie Bryan, per essere tu il mio saldo tronco.
Auguri di buon compleanno MuYeti

Grazie Bryan, per essere tu il mio saldo tronco.
Auguri di buon compleanno MuYeti
venerdì, 06 luglio 2007 alle ore 02:10
♥♥♥
ArHaL

Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.
Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.
Lost in the dark love
scritto da: ArHaL
Non c'è ombra
se non c'è luce vicino,
e tanto è più cupa l'oscurità,
se accanto
brilla un sole.
lunedì, 02 luglio 2007 alle ore 16:17
♥♥♥
ArHaL

Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.
Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.
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