Lt2M XXIX
scritto da: ArHaL
Ho imparato a camminare anche bendato
Posso evitare i colpi
Le buche sparse sul percorso
Vedo che gli errori fatti nel passato
Sono stati ingigantiti
Ingurgitati dal mio ego
Smisurato
Ora ho imparato
Posso evitare i colpi
Le buche sparse sul percorso
Vedo che gli errori fatti nel passato
Sono stati ingigantiti
Ingurgitati dal mio ego
Smisurato
Ora ho imparato
Io sono la tua rabbia - la tua insoddisfazione
Erano 7 secondi
Ma ti ho amato veramente
Solo per 7 secondi
Ma ti ho amato veramente
Sono il frutto di una serie
Di errori di sistema
Che ho provato a riparare, a cancellare
Ma non posso non ci riesco
Anche se tu vali oro
Rispetto a un miliardo di pensieri
Spesi a ricordare al mio cuore
Che fa male
Sciogliere un altro legame sciogliere un altro legame
Di errori di sistema
Che ho provato a riparare, a cancellare
Ma non posso non ci riesco
Anche se tu vali oro
Rispetto a un miliardo di pensieri
Spesi a ricordare al mio cuore
Che fa male
Sciogliere un altro legame sciogliere un altro legame
Io non sono ancora in grado di accettarlo
Erano 7 secondi
Ma ti ho amato veramente
Solo per 7 secondi
Ma ti ho amato veramente.
Sette Secondi
Velvet
Velvet
venerdì, 26 marzo 2010 alle ore 13:35
♥♥♥
ArHaL

Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.

Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.
Breath
scritto da: ArHaL
Quello che mi sconvolge paradossalmente sempre è che la vita in ogni caso va avanti.
Non c’è niente che si possa opporre a questa banale constatazione dei fatti.
Piove, la vita va avanti.
Il cielo greve, sa di umido. Le nuvole ti cadranno addosso a breve, ma la vita va avanti.
Nevica, la vita va avanti.
Il gelo nel vento, i fiocchi scossi anch’essi da brividi più forti dei tuoi, ma la vita, ebbene sì, va avanti.
Il sole, la vita va avanti.
L’azzurro ti acceca, aggressivo l’immenso ti abbraccia portando i tuoi occhi a perdersi nello sconfinato spazio illimitato che la luce apre come un sipario. E allora? La vita va avanti.
L’odore della nebbia potrà scuotere il tuo cuore, il vento potrà farlo con i tuoi capelli.
Ma la vita, la vita va avanti.
Non è neanche vero che si stava meglio quando si stava peggio.
Il migliore e il peggiore è relativo tanto da perdersi nell’infinita marea di quello stesso cielo che ogni giorno ti getta addosso luce o acqua.
E di notte, allora, il buio ti attanaglia e il respiro ti manca. Quella notte che di giorno arriva, camuffandosi da nebbia, da vento, da pioggia.
Ma la notte non spaventa se si ha il sole nel cuore. Un sole che per quanto piccolo, spento, infimo, stupido è pur sempre una stella brillante nella notte, che ti guida a Nord come la cometa che per una volta preannuncia una buona novella.
I still try to find my place.
E indovina un po’? La vita, quella sì, continua ad andare avanti.
mercoledì, 24 marzo 2010 alle ore 20:48
♥♥♥
ArHaL

Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.

Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.
Primavera non è più.
scritto da: ArHaL
21 marzo.
Tra una settimana potrò riabbracciarti.
Tra una settimana potrò riabbracciarti.
domenica, 21 marzo 2010 alle ore 11:50
♥♥♥
ArHaL

Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.

Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.
Quote XXXVI
scritto da: ArHaL
"Fue un filosafo molto savio, lo quale avea nome Diogene. Questo filosafo si era un giorno bagnato in una troscia d'acqua, e stavasi in su'n una grotta al sole a'sciugare. Alessandro di Macedonia passava con grande cavalleria. Vide questo filosafo; parlò, e disse: <<Deh, uomo di misera vita, chiedemi, e darroti ciò che tu vorrai>>. El filosafo rispuose: <<Priegoti che mi ti levi dal sole>>."
dal Novellino
lunedì, 15 marzo 2010 alle ore 23:34
♥♥♥
ArHaL

Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.

Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.
VP II
scritto da: ArHaL
"Il volo S5623 è in fase di atterraggio."
Oddio, è lei.
A minuti sarà qui.
Ora mi metto proprio lì, davanti all'uscita del gate. Mi calco il cappello in testa. Le mani in tasca.
Sto fremendo. Non la vedo da due mesi. D u e m e s i.
Prendo un bel sorso d'aria. Calmo, sì, ci sono.
Chissà come dev'essere bella.
Più bella di sempre, lo so.
Mi manca, mi è mancata da morire.
Inizio a picchiare con la punta del piede il pavimento dell'aeroporto.
Uffa, quanto ci vuole.
Le porte hanno già cominciato ad aprirsi riversando una quantità indefinita di ex-passeggeri da diverse provenienze.
Lei non compare. Sempre ultima, la conosco.
Ecco, le vecchiette e i vecchietti, al bastone.
Passi lenti, si stringono e piano avanzano.
Ora arriva, ora arriva.
Guardo l'orologio, saltello sul posto.
"Luca!!!"
Alzo di scatto la testa.
E' indiscutibilmente la sua voce e chiama il mio nome!
Scruto tra la ormai rada folla.
Dov'è?
"Marta!"
Chiamo, in automatico il suo nome, dolcissimo nome, incurante del fatto che nel caos di quella sala non mi avrebbe sentito nessuno, o forse mi avrebbero sentito in troppe e chissà quante Marte si sarebbero voltate.
"Oh, amore!"
Stavolta la sua voce è davvero vicina. Mi guardo intorno.
Va bene, sono più alto di lei, ma non così tanto!
Mi strofino gli occhi. Dio, ho bisogno di un oculista. Chissà cosa starà pensando, sono qui e non sono ancora corso ad abbracciarla...
"Luca, tesoro..."
Esattamente di fronte a me. A non troppi passi di distanza. Piccola, dolce, Marta.
Apro le braccia e mi avvicino a lei, sorridendo.
Due mesi che aspetto questo momento, "quanto mi sei mancata, Marta...".
E lei, sorridendo a sua volta, passa oltre.
Mi ignora, beatamente.
Non mi guarda neppure in faccia, proprio come se non esistessi.
Prosegue dritto, schivandomi, e mi sorpassa.
Io rimango interdetto con le braccia ancora aperte.
No, dai, mi starà prendendo in giro.
Mi volto, sorridendo di nuovo, e la vedo.
Sta già abbracciando qualcun altro.
Si è francamente fiondata tra le braccia di questo individuo, che a sua volte la stringe, nascondendo il volto sotto il cappello e tra i profumati capelli della mia Marta.
Rimango a fissarli. Non credo di essere capace di muovermi o dire qualcosa.
"Luca, finalmente sono qui... Con te..."
"Mia dolce Marta..."
Seppure distanti distinguo bene le loro voci sussurrarsi appassionate parole. Voci certe, voci familiari, voci non ignote.
Marta si discosta dal palpitante petto dell'uomo, solleva il viso a guardarlo, innamorata, totalmente ignorando il sottoscritto.
Lo sconosciuto omonimo alza il volto e la guarda di rimando, al settimo cielo.
Lo vedo, finalmente, saprò contro chi scagliarmi, con chi prendermela.
Quel ladro di baci, di abbracci, delinquente affettuoso e innamorato.
E nel turbine di dolore e rabbia, mi accorgo tranquillamente che lo sconosciuto omonimo è il sottoscritto.
Non saprei dire se è l'opposto, ovvero che il sottoscritto è lo sconosciuto omonimo.
Fatto sta che lui abbraccia Marta, quindi lui è me.
Ed io, io non sono lui.
domenica, 14 marzo 2010 alle ore 00:24
♥♥♥
ArHaL

Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.

Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.
Reign of Love
scritto da: ArHaL
Chissà se esiste qualcuno davvero solo. E chissà se si sente solo.
venerdì, 12 marzo 2010 alle ore 18:05
♥♥♥
ArHaL

Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.

Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.
Days.
scritto da: ArHaL
Ci sono giorni in cui ti senti finita.
Senza alcun tipo di autocompiangimento.
Non finita, spacciata, per me è finita, non ho più speranze.
Ma finita, ho finito di fare tutto ciò che potevo.
Finito tutto ciò che c'era da fare in un'intera vita, finite tutte le esperienze, finite tutte le emozioni.
Ho già dato tutto quello che potevo, provato tutte le migliori sensazioni e ora basta. Basta nel senso che non ce n'è più, ho fatto il mio tempo, ora tocca ai giovani.
E' inutile rimpiangere il colorato passato sotto questo cielo grigio.
Consumata.
Con qualche tipo di rassegnazione.
Giorni in cui ti senti finita.
Senza alcun tipo di autocompiangimento.
Non finita, spacciata, per me è finita, non ho più speranze.
Ma finita, ho finito di fare tutto ciò che potevo.
Finito tutto ciò che c'era da fare in un'intera vita, finite tutte le esperienze, finite tutte le emozioni.
Ho già dato tutto quello che potevo, provato tutte le migliori sensazioni e ora basta. Basta nel senso che non ce n'è più, ho fatto il mio tempo, ora tocca ai giovani.
E' inutile rimpiangere il colorato passato sotto questo cielo grigio.
Consumata.
Con qualche tipo di rassegnazione.
Giorni in cui ti senti finita.
mercoledì, 10 marzo 2010 alle ore 21:27
♥♥♥
ArHaL

Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.

Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.
Arrandom.
scritto da: ArHaL
Oggi ho freddo.
Probabilmente perchè fa freddo.
Non credo di poterlo stabilire io.
Voglio dire, che cosa ne posso sapere io del freddo oggettivo, mentre sono qui dentro rinchiusa nella mia soggettività?
Sento freddo, sì, ma io ho freddo spesso, anche mentre altri non lo sentono. Questo può essere un problema.
Tu sei lì che tremi e batti i denti, infilandoti addosso felpe e sciarpe e intanto accanto a te qualcuno è a mezze maniche e propone di aprire la finestra per far entrare un pò d'aria.
"Ma che aria ed aria", dici, "l'unica cosa che può entrare dalla finestra è solo altro freddo, oggettivo nella sua impalpabilità ed immensità. Non siamo già in una stanza? Non ci circonda già con il suo freddo oggettivo, non ci pesa addosso, addosso a noi, effimere soggettività?"
Sì, probabilmente vorresti dirlo.
Ma qualcuno starebbe ad ascoltarti? Ovviamente no.
Perchè il personaggio a mezze maniche nel frattempo è così preso dalla sua calda soggettività che mentre stai ancora ciarlando di porcate filosofiche si è alzato e si è diretto verso la finestra. Meglio non sprecar fiato, quindi.
Pensando che il freddo più pungente non è quello che proviene da una ineluttabile oggettività, ma quello che ci trasmette un'altra soggettività. Qualunque temperatura essa abbia, probabilmente non corrisponderà mai al tuo stesso livello di freddo o caldo.
Una donna delle pulizia che sta svuotando un cestino ha esclamato vicino a me "che freddo che fa!".
Probabilmente ha ragione lei.
Probabilmente perchè fa freddo.
Non credo di poterlo stabilire io.
Voglio dire, che cosa ne posso sapere io del freddo oggettivo, mentre sono qui dentro rinchiusa nella mia soggettività?
Sento freddo, sì, ma io ho freddo spesso, anche mentre altri non lo sentono. Questo può essere un problema.
Tu sei lì che tremi e batti i denti, infilandoti addosso felpe e sciarpe e intanto accanto a te qualcuno è a mezze maniche e propone di aprire la finestra per far entrare un pò d'aria.
"Ma che aria ed aria", dici, "l'unica cosa che può entrare dalla finestra è solo altro freddo, oggettivo nella sua impalpabilità ed immensità. Non siamo già in una stanza? Non ci circonda già con il suo freddo oggettivo, non ci pesa addosso, addosso a noi, effimere soggettività?"
Sì, probabilmente vorresti dirlo.
Ma qualcuno starebbe ad ascoltarti? Ovviamente no.
Perchè il personaggio a mezze maniche nel frattempo è così preso dalla sua calda soggettività che mentre stai ancora ciarlando di porcate filosofiche si è alzato e si è diretto verso la finestra. Meglio non sprecar fiato, quindi.
Pensando che il freddo più pungente non è quello che proviene da una ineluttabile oggettività, ma quello che ci trasmette un'altra soggettività. Qualunque temperatura essa abbia, probabilmente non corrisponderà mai al tuo stesso livello di freddo o caldo.
Una donna delle pulizia che sta svuotando un cestino ha esclamato vicino a me "che freddo che fa!".
Probabilmente ha ragione lei.
venerdì, 05 marzo 2010 alle ore 23:02
♥♥♥
ArHaL

Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.

Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.
Back.
scritto da: ArHaL
Visite mediche
Passeggiate a vuoto
Fila alla posta
Litigi con l'edicolante
Incapacità con la tecnologia
Passione per i gratta e vinci.
Che vita da pensionata.
Passeggiate a vuoto
Fila alla posta
Litigi con l'edicolante
Incapacità con la tecnologia
Passione per i gratta e vinci.
Che vita da pensionata.
mercoledì, 03 marzo 2010 alle ore 12:25
♥♥♥
ArHaL

Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.

Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.
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