martedì 12 giugno 2012

Just my Imagination


Mi piace immaginarti, durante il giorno, durante la notte.
Mi piace perchè a volte so perfettamente come immaginarti: la posizione delle tue mani, l'intensità del tuo sguardo, il modo in cui i capelli ti ricadono sul volto.
Mi piace perchè altre volte sono indecisa: non avendoti mai visto compiere una determinata azione la mia mente tira a sorte sul modo in cui la potresti fare.
T'immagino spesso mentre scrivi.
Forse qualcosa per il lavoro, forse qualcosa per diletto, forse qualcosa per me.
A volte sei in ufficio, a volte sul tavolo in giardino, a volte sulla scrivania in camera tua.
Sulla scrivania in camera tua.
Sei sempre lì, nei miei pensieri, quando scrivi per me.
Quando la tua mano scivola sul foglio con la penna mentre mi pensi e i capelli ti ricadono su un lato del volto.
T'interrompi per pensare e li sposti leggermente.
Quando con cura redigi lettere che mi dedicherai e i tuoi occhi fissano seri la carta e le tue mani, a momenti socchiudendo le palpebre, fino a chiuderle, per brevi istanti.
Un respiro prima di tornare a scrivere.

Altre volte sei sul tuo letto con il computer sulle gambe incrociate o distese, o forse posato accanto a te.
Più spesso ha i capelli legati, in modo da non darti fastidio, e attento segui lo scorrere delle parole sullo schermo di fronte a te: la luce che emana ti illumina gli occhi.
Le dita scorrono sulla tastiera, si fermano, cancellano, correggono, scrivono lente o veloci.
Ti fermi, sollevi lo sguardo e guardi qualcosa di vicino a te, osservando in realtà qualcos'altro di molto lontano.
Un respiro prima di tornare a scrivere.

Quasi sempre m'immagino che la luce nella tua stanza sia soffusa, quasi sempre è quella lieve luce del tardo pomeriggio, rossastra. A volte, quando ti penso in ufficio, c'è anche la luce elettrica, a volte quando sei alla tua scrivania hai la piccola lampada accesa, lì accanto a te.
Ma adesso, ad esempio, è notte.
M'immagino che tu abbia acceso almeno la luce che hai vicino al letto, per non stancare troppo la vista.
In realtà mi piace pensarti, però, immerso nell'oscurità.
Così che se io entrassi ora dalla porta della tua stanza, non vedrei altro che buio e solo il tuo volto e le tue mani illuminate dalla luce dello schermo del computer.
I capelli sciolti ti ricadono sulle spalle e il tuo corpo è fasciato da vestiti leggeri che mi permettono di sentire la tua pelle sotto il mio tocco.
Immagino che starei anche solo nell'ombra, seduta ai piedi del letto, a osservarti scrivere e a bearmi del tuo viso rilucente che come la luna risplende di luce non propria, ma che, nonostante questo, illumina la notte.
Oppure immagino che proverei ad accarezzarti il viso e se tu decidessi di alzare lo sguardo su di me, allora vorrebbe dire che quello che staresti scrivendo può attendere. Altrimenti osserverei la tua meravigliosa concentrazione continuare sotto il tocco delle mie dita.
Se tu alzassi il tuo sguardo su di me, adesso, io proverei a farti leggere quello che provo.
Io ti bacerei dolcemente, bacerei dolcemente le tue dolci labbra, le tue dolci palpebre dorate, il tuo dolce collo profumato.
Solo un respiro prima di tornare a scrivere.











ArHaL
Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.

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