domenica 21 aprile 2013

FYC LXVIII


Ogni giorno mi sento più sfiduciata verso il genere umano, per mille motivi.

Eppure, ogni giorno, mi sforzo di vedere il bello nelle cose, nelle persone, nei luoghi.
Mi sforzo e lo trovo, anche minuscolo, trovo qualcosa da amare in ogni cosa.
A volte sento che questo mio sforzo è vano, inutile e, soprattutto, non corrisposto.
Quante cattive parole, quanti gesti sgraziati, quante brutte occhiate... Quanto poco amore, nel suo senso più vario.
E' questo l'essere umano? mi chiedo Questo mal assemblaggio di insensibilità e superficialità?
Sono i momenti in cui preferisco immergermi nel nulla della natura, dove gli insetti, le foglie, l'umidità tra le rocce non possono guardarmi e giudicarmi, possono solo parlarmi attraverso i loro ronzii, i loro fruscii, i loro gorgoglii. E mi sento al sicuro, al riparo da cattive parole, da gesti sgraziati, da brutte occhiate.
Al riparo da coloro che cerco sempre di mettere al riparo dell'insensibilità e della superficialità di cui si rivestono o di cui sono composti, cercando in loro qualcosa di buono.

Quando so di non potermi nascondere agli occhi del mondo, allora preferisco starmene chiusa in casa, in attesa che mi passi. In attesa di riacquisire fiducia nell'essere umano.
E succede.
Ogni volta, piano piano, torna.
Allora mi vesto dei miei sorrisi più buoni e torno ad affrontare tutto e tutti. Senza falsità, cerco solo di autoincoraggiarmi. E incoraggiare il prossimo ad essere buono a sua volta.

A volte riesco, a volte sento di fallire.
Allora il ciclo ricomincia.

Eppure, almeno per il momento, sento che non devo arrendermi. Sento che sarebbe sbagliato farlo.
Troverò sempre qualcosa di buono nelle cose e nei luoghi, ma nelle persone?
Sarà meglio continuare a provarci.










ArHaL
Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.

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