mercoledì 27 giugno 2012

indigo

L'indaco è il colore del cuore.

A volte dimentico l'ora del giorno in cui mi trovo.
Poi, per un qualche motivo, alzo gli occhi al cielo e lo trovo indaco.

Se vi sono nuvole alte, queste sono tinte di un colore indescrivibile, indescrivibile perchè tentare di porre in parole le sfumature che con i loro lenti movimenti si delineano nelle gonfie asperità di cui sono formate sarebbe quanto mai inutile.

Quando succede, mi stupisco.


Ricordo un momento in cui i nostri capi erano vicini e le nostre fronti si sfioravano.
Gli occhi chiusi e il frastuono del mondo non esisteva più.
Restava, lento, quasi immobile, il gorgoglio dell'acqua e il fluire indispensabile dei nostri respiri.


Se solo mi distraggo un attimo, tutto svanisce.
Le nuvole si perdono all'orizzonte, scomparse nel loro cammino di vento.
Resta solo l'indaco del cielo, sempre più buio.


E le nostre mani, giunte insieme vicino alle labbra, come in preghiera.


La silenziosa preghiera dei nostri cuori, tinti d'indaco.
La preghiera che non abbiamo mai recitato, ma che solo noi conosciamo.











ArHaL
Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.

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