venerdì 2 maggio 2014

124-125-126/365

Day 124&125&126 of 365.

Mi chiedo come faccia la gente a non pensare al tempo che passa.
Come faccia ad agire ogni giorno come se tutti i loro piccoli, e a volte insulsi, gesti non entrino a far parte di qualcosa di più grande, del tempo che passa.
Ogni giorno, uno dietro l'altro, si costruisce qualcosa che piano piano cresce, si modifica, si completa e poi, alla fine, inevitabilmente, muore.
A volte no, se hai fatto un buon lavoro.

E invece l'unica cosa che ci insegnano è che dobbiamo pensare al nostro futuro, che dobbiamo studiare per trovare lavoro e fare soldi, che dobbiamo fidanzarci per poi sposarci e farci una famiglia, e costruire una casa da riempire con televisori e divani.
E' l'unica cosa che ci dicono di pensare, ma non ci insegnano a capire che ogni cosa che facciamo, anche la più piccola, entra a far parte del tempo che passa, della nostra breve storia; non ci insegnano a riflettere che ogni nostra azione ha una ripercussione, che quella che ci sembra una parola sussurrata in un orecchio, in realtà può valicare i confini e diventare chissà cosa altro, nel tempo; non ci insegnano che ogni cosa che facciamo diviene e cambia ed è speciale anche solo perché unica e irripetibile.

E così ho sempre la sensazione che sprechiamo il nostro tempo. Che sprechiamo il potere immenso che abbiamo in piccolezze. Che sprechiamo noi stessi inseguendo cose brillanti e inutili, pensieri poco profondi, stati d'animo del tutto inadeguati  a ciò che realmente siamo.

Ma forse il mio errore è sempre lo stesso: pretendere troppo dal prossimo e da me stessa.
Non sono una macchina e l'ho imparato a mie spese.
La gente che ho attorno è spesso deludente e anche questo l'ho imparato a mie spese.
Le menti e gli animi che sono davvero in grado di comprendere e capire e sentire sulla loro pelle lo scorrere del tempo forse sono poche, troppo poche e io continuo a non capire come ciò sia possibile: gli ingranaggi forse non sanno di far parte di un orologio?


Tuttavia non posso dire di essere intrisa di energia negativa: a volte ho voglia di mollare tutto perché penso di essere troppo stressata, perché penso che la gente non mi ascolta e non lo farà mai, perché penso che è troppo per me, ma alla fine mi ripeto che non posso mollare perché credo fermamente in ogni cosa, anche nella più piccola, che ogni giorno faccio.
Forse avrò bisogno di più tempo, ma continuerò. Senza mollare mai.

Avrei bisogno di stare da sola, ora più che mai, ma non posso farlo perché bisogna fare troppe cose e, soprattutto, perché mia madre è venuta a trovarmi per la Fiera dell'Artigianato; sono contenta, ma quando ho bisogno di pensare voglio stare da sola o con persone che, in qualche modo, pur non sapendo, comprendano il mio silenzio o la mia voglia di pensare ad altro.

Una volta tanto anche a me piace non pensare al tempo che passa.




ArHaL
Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.

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