giovedì 8 maggio 2014

127...132/365

Day from127to132 of 365.

Ci sono cose di cui non si ha voglia di parlare o di scrivere. Quelle sono forse le cose che più meriterebbero di essere sviscerate, e discusse, e urlate.
Ma, per quanto mi costi ammetterlo, mi manca la forza. E la voglia. E la testa.

Vorrei fare in modo che l'energia positiva che a volte m'impregna sia trasmessa a tutto e a tutti intorni a me; e, invece, spesso accade il contrario: qualcosa di nefando mi influenza.

Eppure, ormai ho notato che, per quanto possa esserci qualcosa che mi affligga, alla fine mi basta poco per trovare il modo di sorridere, ridere o addirittura esultare: una chiacchierata che va a buon fine, una serata tranquilla, una giornata di quelle che ho imparato a considerare perse.
A volte penso che ciò mi renda troppo "leggera", e mi sento in colpa a non mantenere i miei toni cupi; ma li tengo per così tanto tempo quando sono da sola, quando sono fuori nel mondo che conosco poco, o meglio li tenevo, mi sto sforzando di smettere.
Le cose si affrontano meglio con un sorriso, ma devono in ogni caso essere affrontate. Prima o poi.

In questo periodo mi tremano le mani.
Ho paura di non farcela a stare dietro a tutto quanto.
Eppure continuo a impegnarmi, a darmi da fare, a fare.
Ma ho paura che nelle cose veramente importanti, non ce la possa fare più.
Mi sentirei enormemente sollevata nel dire "basta, mi arrendo, mollo tutto" e, al contempo, enormemente sola, vuota, triste. Per questo non lo faccio.
Ma in realtà vorrei, vorrei scappare lontanissimo.
Ma dove?
Il fatto è che per ogni casa che ti costruisci, prima o poi, i lavori di manutenzione vanno fatti.
E io di case ne ho tante, forse troppe, e i lavori sono esosi.
Per permettermeli devo lavorare giorno e notte.

Forse è anche per questo che fatico così tanto a concentrarmi nella lettura; però, come spiegarlo al prossimo?
Questo è un tipo di impegno per cui non basta una vacanza, per quanto allettante; perché tutto resta dentro di me, me lo porto dietro come la più preziosa delle valigie.
E' che in realtà non ho dove fuggire.
L'unico modo (e non risolverebbe comunque tutto) sarebbe cambiare nuovamente ogni cosa: città, amici, casa.
Lasciare svanire di nuovo tutto.
Ma, una persona malinconica come me, dove vuole andare?
Non ho la forza neanche per andare a fare la spesa, figurati per ricostruirmi, ancora una volta, una vita, un passato, un qualcosa.

Poi penso sempre che sono troppo testarda e orgogliosa per mollare la presa e scappare.
Che le volte in cui l'ho fatto nella mia vita, me ne sono pentita e vergognata.
E quindi continuo a restare aggrappata a questa corda, che ogni giorno diventa più spessa e ruvida, e mi fa sanguinare le mani durante quest'infinito tiro alla fune.
In cui, inevitabilmente, sono in squadra da sola contro tutto il resto.

La cosa che mi sorprende è che, nella mia debolezza, non sono ancora caduta.
Ciò mi spinge ad andare avanti.





ArHaL
Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.

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