mercoledì 30 novembre 2016

Autoritratto.

Oggi non sono andata all'incontro di scrittura per vari motivi: ho freddo, poca voglia di vivere e non ho avuto tempo/testa per scrivere sull'argomento di oggi.

Nel frattempo però posterò ciò che ho letto la scorsa settimana: all'inizio ho pensato che avrei portato un vecchio flusso di pensieri pubblicato su Sei Autori in cerca di Storie, ma poi rileggendolo mi sono resa conto che era veramente troppo datato (oltre che lungo) e per molte cose non mi ci ritrovavo più; per cui mi sono ritrovata ad un'ora dall'incontro a scrivere su un muretto della coorte della biblioteca delle Oblate sull'argomento del giorno, che era Autoritratto (e al cui risultato non ho dato un titolo diverso da questo!):


La parte più complessa del dipingersi è preparare i colori: prelevare minuscole quantità di pigmenti, mischiarle fino a creare il giusto equilibrio, aggiungere il legante senza farli impazzire e mettere da parte tutte le briciole di razionalità prima di iniziare.

VERDE
A volte provo ad immaginare di che cosa potrei essere fatta e mi si riempiono le narici di petricore: sono tutti i prati che ho visto, le foglie vibranti, il colore del bosco, un cristallo verde di calma, quel colore che anche in penombra sembra vivo, il luogo che chiamo forte in tutti i momenti striscianti che mi fanno soffocare, il muschio alto e morbido, la collina, il frinire dei grilli, e tutto il resto.

VIOLA
La mia mente va dove io non oso, e a volte si perde, tornando ammaccata. A quel punto devo soffiarle in gola e lei, dopo una quantità di tempo variabile, batte le palpebre, mi fissa e varca la soglia, sorridendo. Io le faccio un cenno col capo e so già che quello sarà un bel giorno, in bilico tra la pace e il sentore di pericolo; lei poi esce, accompagna i miei passi da lontano, sparisce, ed io respiro.

NERO
Apatia, o male che pervade ogni singola fibra del corpo, che fa desiderare di perdere i sensi, che obnubila la mente; oppure sentire il sangue amarissimo che il cuore pompa non giungere alle estremità perché evapora dolorosamente dalle vene, lasciando il vuoto più assoluto; o anche la paura, perdersi in un mondo lontanissimo in cui tutto sfuma e sfugge, in cui l'idea di vivere è sentirsi raggelare nel tentativo di farlo senza comprenderne il motivo; l'inquietudine, la certezza di fallimento, di incomprensione, di terrore. Il riposo, l'accoglienza, il silenzio.

ROSSO
Le persone si fermano a guardare il tramonto e se gli chiedo il perché rispondono: "è bello il sole, guarda come fa brillare il mare, e tutto si fa rosso!". Io lo guardo e vedo l'orizzonte in fiamme, quella sfera luminosa annegare, penso che sotto la superficie dell'acqua ci siano strane creature che non hanno bisogno di aria per respirare, e fondali marini, che fra poco sarà buio e le barche dei pescatori usciranno, e chissà se resterà tutto calmo, chissà se prenderanno abbastanza pesci, ma poi in quale punto del mondo starà sorgendo l'alba adesso? Di che tono è l'aurora in quel posto? Che lingua parlano? Lì ce l'hanno il mare? Ogni volta annuisco e rispondo: "già, è bello il sole quando tutto si fa rosso", e mentre fisso il tramonto penso sempre che la luce radente di quell'ora mi fa pizzicare gli occhi e, talvolta, mi fa piangere.

Alla fine fisso il risultato come in uno specchio e di fronte a me vedo solo un impiastro di chiazze e schizzi. Sospiro, scuoto e le spalle e mi dico che questo dopotutto non è il mio autoritratto: questo è solo un minuscolo frammento della mia anima.


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Nonostante avessi finito di scrivere tutto quasi di getto qualche minuto prima di andare all'incontro, quando è arrivato il mio turno ero insospettabilmente agitata, per cui la mia voce ha tremato un po': forse è stato perché in questo flusso di pensieri c'era davvero del mio, forse perché sapevo che tra il "pubblico" c'era anche un editore (che in realtà si è limitato a dei commenti perlopiù stilistici verso chi aveva portato qualcosa in prosa), ma comunque è andata bene! Non appena ho finito di leggere ognuno dei presenti ha iniziato ad esclamare un colore, dicendomi quale era stata la sua parte preferita. Alla fine, rileggendolo anche ora, sono stata contenta di aver provato ad usare i miei colori, proprio come un pittore avrebbe usato i propri per dipingere il suo autoritratto.




ArHaL
Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.

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