mercoledì 26 luglio 2017

delirious


Credo che ormai il mio approccio con la vita sia neutrale, o almeno il più neutrale possibile per le mie condizioni.
Cerco di non pensare più in là di domani, più in là di un'ora e di non angosciarmi con pensieri troppo futuri, perché tanto qualsiasi cosa orribile debba accadere o affrontare, dovrò comunque farlo, o perire sotto il suo peso (e quindi levarmi il pensiero di ogni cosa).
Sono molto grata per aver trascorso quei giorni in Ungheria perché mi hanno permesso di allontanarmi dalle fonti di dolore e quindi di poter vivere meglio ora anche solamente dentro la mia stanza, ma, come spesso accade, il fato sa sempre come e quando palesarsi, e ora gli ultimi residui di certezze della mia vita stanno disintegrandosi.

Stanotte ho ricevuto la mail dal Drago con il modulo per il recesso: istintivamente l'ho stampato, compilato, inoltrato, strappato in mille pezzi e lanciato dalla finestra. E poi ho pianto, chiedendomi il perché di tutto questo, come sempre, chiedendomi se davvero debba essere questo il peso delle conseguenze delle mie scelte, chiedendomi come persone che hanno predicato il volermi accanto, il volermi bene, hanno saputo solo inviarmi una mail formale, senza nemmeno chiedermi come sto da settimane, da mesi. Ho scoperto poco fa che oggi dovrò portare a Bob il cartaceo del modulo, per cui dovrò ristamparlo e ricompilarlo e già questo, per quanto mi rendo conto sia una cosa stupida da fare, mi fa venire voglia di morire davvero, ma sto cercando di ricoprirmi di apatia ed andare avanti. Anche se credo che tutto, tutto quanto, sia terribile e sbagliato.

Non so quando dovrò tornare in Calabria perché, se da un lato mia cugina sta per dare alla luce la mia prima nipote, dall'altro mia nonna paterna, l'ultima in vita, sta per andarsene: sapevamo che sarebbe dovuto succedere, ma non credo si possa mai essere del tutto pronti.
E oltre al dolore della perdita, oltre al supporto che dovrò cercare di dare ad ogni costo alla mia famiglia, a mio padre, ci sarà da affrontare anche le conseguenze di questo, ovvero che in tutti questi anni a Firenze non sono riuscita a laurearmi per le varie problematiche della mia testa, negli ultimi due anni non sono riuscita a trovare un lavoro che mi potesse mantenere, ed andandosene lei, viene a mancare l'unica fonte economica che mi permetteva di vivere qui.
E, nonostante abbia iniziato ad essere insofferente a Firenze per tutto ciò che mi è accaduto da quando sono qui, non sono pronta ad andarmene: per i rapporti che ho, per la terapia che sto portando avanti qui, perché già l'estate scorsa ci avevo provato ed era finita nella maniera più tragica possibile, perché proprio negli ultimi mesi, nonostante tutto, stavo riuscendo a costruirmi una rete di contatti utili al lavoro, forse, e ora mi ritrovo in bilico sul niente.
Credo di avere delle opzioni che mi possano aiutare a restare qui, ma dovrei rinunciare alle uniche cose che mi stavano spingendo ad andare avanti, ovvero iniziare a lavoricchiare come educatrice e giornalista e ricominciare a fare scavi archeologici, perché queste opzioni sarebbe un'ipotesi di lavoro come cameriera, che in tutti questi anni ho cercato e non trovato, e ora che avevo bisogno di tempo per costruire qualcosa in cui credo, finalmente di nuovo, non avrò più il modo di farlo, se voglio restare qui.

Probabilmente sto scrivendo tutto in modo molto confusionario, ma lo sono, sono confusa e atterrita da come tutto abbia l'abilità di esplodere quando non dovrebbe mai farlo, e mi chiedo se sia giusto a 26 anni avere già debiti su debiti, e non sapere assolutamente che fare nella propria vita.
Poi mi ricordo che è inutile riflettere sul fatto che sia giusto o meno perché questa è la realtà: non so come pagare il mio padrone di casa, a cui devo di sicuro più di 500 euro, ho perso il conto; non so se dovrò iniziare a fare un lavoro che mi leverà tempo a quel residuo di sogni ed obiettivi che ho cercato di portare avanti negli anni; non so se quei sogni ed obiettivi mi porteranno da qualche parte, o bruceranno come tutti gli altri; non so più di chi fidarmi; non so come essere d'aiuto alla mia famiglia senza morirne io; non so come convivere con il mio passato; non so letteralmente cosa farne di me e come fare a mettere tutto al suo posto.
Se un posto esiste per tutti i miei pezzi.

Dovrei essere disperata, ma non posso permettermelo.




ArHaL
Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.

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