lunedì 20 gennaio 2014

17-18-19/365

Day 17&18&19 of 365.

Venerdì è stata una giornata strana: ho fatto cose che non facevo da tanto, e altre che non riesco a smettere di fare.
Innanzitutto, appena sveglia, ho parlato con la mia coinquilina cercando di spiegarle il perché in tutti questi mesi io non riesca a studiare: è vero, a volte sono una persona molto pigra, ma non mi andava più bene che lei pensasse che il motivo fosse solo quello.
Così mi sono aperta e le ho detto un po' di quello che penso, anche se non sono stata capace di abbandonare un tono "sdrammatizzante".
Alla fine lei mi ha detto una cosa che già sapevo, ma che mi ha fatto piacere risentire dalla sua bocca: "Ti fai troppi problemi. O meglio, ce ne sono tanti di problemi, ma tu ti stai accollando i problemi di un'intera generazioni, i problemi del mondo e non sei Dio, non puoi farlo. Anch'io a volte mi prendo d'ansia e penso a tutte le cose che devo ancora fare e che non riesco a fare nell'immediato, ma cerco sempre di scacciare questi pensieri e mi concentro, invece, sulla cosa che sto facendo. Datti degli obiettivi, piccoli e arrivaci, e poi vai da obiettivo a obiettivo; affronta un solo problema per volta perché non ce la puoi fare ad affrontarli tutti insieme."
Le sue parole sono molto giuste e probabilmente anche molto adatte alla mia situazione, ma è vero che a volte non sono proprio in grado, non mi sento più in grado come una volta, di pormi dei piccoli obiettivi, di affrontare un problema alla volta. Ce ne sono troppi, al di là di quelli generazionali e mondiali.
E' tutto un marasma qui dentro e a volte trascorro intere giornate semplicemente a riflettere su cosa mi sta accadendo per cercare di separare una cosa dall'altra per poter affrontare ciò che mi sconvolge o mi inquieta.
Quindi sì, sicuramente la strada da percorrere è quella, ma mi sento ancora piuttosto lontana dall'arrivo, anche se sicuramente più vicina rispetto ai brutti mesi passati.

Così, visto che lei nel pomeriggio avrebbe studiato a casa, ho preso uno dei miei mille libri da studiare per l'esame di Storia Medievale e l'ho aperto, a cuor leggero e qualcosina sono riuscita a fare, anche se molto poco, ad ogni modo è un inizio: credo di aver acquisito una splendida ansia da prestazione nei confronti dello studio universitario.
Non ansia da prestazione nei confronti di un esame, cosa che non ho mai avuto e che tuttavia sarebbe più umano avere, ma proprio dello studio di per sé: io guardo un libro ed è come se non mi sentissi pronta o in grado di ricevere le preziose informazioni che contiene.
A distrarmi da questo tentativo di studio ci sono stati i miei tipici malesseri mentali che, veramente, ad un certo punto non so più come affrontare.
Ne ho parlato con la persona che mi è più vicina, ma non è servito a moltissimo, almeno per me, certo mi ha alleggerito un po', però, ecco, ora ci risiamo, ho pensato. Così ho pensato di parlare anche di questo con la mia coinquilina, che era accanto a me a studiare Geometria, e lei mi ha detto che ci sono problemi molto più importanti su cui perdere tempo: per dio, questo lo so! E' proprio per questo che m'innervosisco quando mi accade!
Poi, quando abbiamo concluso che, in effetti, il momento in cui sono veramente incazzata o delusa o inquieta per tali tipi di accadimenti è la prima mezz'ora, lei mi ha detto che è normale, che l'importante è non rimanere eccessivamente alterati per chissà quanto tempo.
Certo, è vero, i nervi possono saltare a tutti, per quella mezz'ora quando succede qualcosa che non ci piace, ma a me non va di perdere le staffe per inezie di questo genere, e so che tutto dipende da me, che le persone coinvolte non possono farci niente, ma non so più come gestire questo malessere tanto più che sono la prima a provare a scacciarlo dalla mia mente, ma inevitabilmente, a volte, mi torna in mente anche nei giorni successivi, seppur ad intensità più bassa.
E insomma, boh. Alla fine finisco per trattare freddamente chi mi sta intorno perché mi sento troppo presa male e non mi piace neanche questo, ma non ce la faccio, a volte è veramente più forte di me. Vorrei non essere così suscettibile.
Lavoro anche su questo, ma è una cosa così intensamente radicata nel mio essere che è difficilissimo estirpare o lenire.

A volte mi fermo a riflettere che, essendo io una persona eccessivamente malinconica, ogni volta che sto vivendo un momento sereno o felice, ogni volta, anche solo per un istante, mi accade sempre di pensare: "come sono felice adesso. questo momento passerà e lascerà dentro di me una profonda impronta. questo momento passerà e chissà se sarò ancora felice come lo sono ora. forse tra tanti anni starò ripensando con malinconia a questo momento, perché mi mancherà essere felice".
Cosa che, da un lato mi permette di cogliere l'importanza delle cose, ma dall'altro mi rendo conto che mi rendi sostanzialmente una persona "pesante", anche se non comunico praticamente mai questo mio genere di pensieri al prossimo.
Ad ogni modo, riflettendo su questa mia tendenza, ho pensato che così come i momenti felici passano, anche quelli di angustia se ne vanno, sebbene sia proprio dell'essere umano conservare con più vigore i momenti di dolore (una sorta di ancora all'istinto di sopravvivenza primordiale che tutti noi abbiamo). Per cui, magari, arriverà al giorno in cui sarò riuscita a superare tutto questo, tutti i miei malesseri fisici e mentali, in cui tutti i miei sforzi saranno ripagati, in cui potrò guardare le persone intorno a me senza sentirmi a disagio, senza vergognarmi di me stessa e in cui potrò rapportarmi anche con le persone che poco mi piacciono senza diventare isterica e lasciarmi distrarre troppo da cose che reputo, a livello logico, stupide.

Venerdì sera è venuto Marco a casa mia e mi ha portato dei fiori: vedendoli mi sono sentita meglio e l'angustia che mi attanagliava si è allontanata per un po'.
Abbiamo finalmente attaccato la bacheca che mi aveva regalato Ivien per Natale e costruito un fantasma per fare uno scherzo all'altra coinquilina!
Sabato mattina lei è uscita dalla stanza e si è ritrova questo mostro fuori dalla sua porta: ha urlato in preda al panico, l'ha spinto via e si è chiusa in camera! XDDD
Credo che anche questi, seppur siano momenti spiritosi, rientrino nella categoria "cose che in futuro mi mancheranno".

Sabato pomeriggio ho deciso di non andare agli allenamenti per tanti motivi: non mi sentivo al massimo fisicamente, avevo molte cose a fare a casa e non mi sentivo serena mentalmente per quello che era successo il giorno prima. Che poi non incontrare la gente quando mi sento male per motivi così "superflui" mi fa sentire ancora più stupida, ma sto cercando di imparare a riconoscere i miei limiti, per quanto anche questo, a causa del mio orgoglio, sia una cosa difficile da praticare; e i miei limiti consistono anche nel non riuscire a rapportarsi per bene al prossimo quando mi sento in un determinato modo.
E' vero che la maggior parte delle volte cerco di sforzarmi e costringermi lo stesso ad avere interazioni sociali, ma sabato proprio non ce la facevo, mi veniva la nausea solo a pensarci e, in realtà, mi sono sentita un pochino meglio anche a trascorrere il pomeriggio da sola a cercare di recuperare un po' di fiducia in me stessa, visto che oltretutto non stavo benissimo neanche fisicamente.

Marco, ad ogni modo, è tornato presto dagli allenamenti, così abbiamo finito di vedere il film iniziato la sera prima - e su cui si era abbioccato - ed è stato molto bello: The Sky Crawlers. E' uno di quei film che ti lascia dentro una sensazione di smarrimento, unita alla piacevolezza di aver visto qualcosa di interessante.

Domenica abbiamo dormito fino a tardi e ne sono stata felice visto che anche lui è riuscito a recuperare diverse ore di sonno che gli mancavano; abbiamo pranzato e sistemato le nostre cose con calma e poi siamo andati a Squirico, dove ci attendeva una luuunga sessione di The Seed domenicale!
Mi è piaciuto tanto giocare così a lungo, anche se non è stata una sessione con della vera e propria azione, cosa per cui altri giocatori si stavano annoiando: io non la penso così perché è stata molto bella, intensa ed interessante come giocata!

Stanotte si è fermata a dormire di nuovo Meg da me - cosa di cui mi ero scordata - e ne sono stata felice perché ogni volta che mi ritrovo a dormire da sola dopo aver passato 2 notti con Marco, mi sento davvero sperduta e fatico a prendere sonno, mentre con lei accanto è stato più facile e bello.
Stamattina, visto che lei si alza presto per andare a lavoro, prima di andar via mi ha dato un bacio sulla guancia e mi ha ringraziato, rimboccandomi le coperte.
Se non fossi stata così rimbambita dal sonno probabilmente mi sarei messa a piangere.





ArHaL
Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.

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