lunedì 13 ottobre 2014

290-291-292-293/365

Day 290&291&292&293 of 365.

Per quanto mi possa sforzare mi sento avvolta unicamente dal dolore.

E' così, passano i giorni, i mesi, gli anni e alla fine, qualunque cosa accada, arrivo sempre in questo maledettissimo stagno.
La colpa è sicuramente mia, ma sono stanca di pagare per ciò che non rientra nelle mie responsabilità dirette.
Stanca, stanchissima.

Lo sono veramente, eppure, come sempre, devo ritrovare l'energia per andare avanti.
Ma non so come si fa, stavolta.
Non so come si fa perché questo dolore non è mio, non è quello che vivo sempre, non è quello di cui mi voglio e, col tempo, mi potrò liberare.

Questo è un altro tipo di dolore.

E' quello che mi rende gli occhi piene di lacrime di giorno e mi bagna le guance di notte.
Così, sempre, fin quando non ce la faccio più, semplicemente.
Ogni giorno, ogni notte.

Solo che un tempo ero più forte e sopportavo, ce la facevo a lungo, sopportavo e andavo avanti.
E quando proprio non ce la potevo fare, non avevo sensi di colpa a chiudermi in casa, a barricare fuori dalla mia stanza tutti, davvero tutti.
In qualche modo mi serviva a reagire, a ripartire.

Ora no. Ora non posso farlo, o almeno ci provo, perché ho molte più responsabilità sul groppone di un tempo.
E, soprattutto, tutto questo adesso è incredibilmente forte perché si prende gioco delle mie gambe spezzate, che stanno ancora provando ad ingessarmi, e corre velocissimo intorno a me senza che io possa neppure lambirlo con la punta delle dita.

Forse tutto questo è incredibilmente melodrammatico. E forse un giorno mi vergognerò di tutte queste parole così dense di dolore.
Ma ora è solo questo ciò che ho: una pagina su cui scrivere.

Perché per quanto stia pensando esclusivamente a cosa fare, il problema rimane. Perché non c'è niente che io possa fare oltre a ciò che sto già facendo. Perché tutto questo sfugge al mio controllo, perché non dipende da me.

Non sono i miei malesseri a parlare adesso, almeno quelli potrei provare a domarli come faccio sempre, ogni volta.
Sono io.
E' il lato più dolente di me.
Quello che mai più avrei voluto risvegliare.
Quello che mai si sarebbe dovuto risvegliare perché mai, mai avrei pensato di poter giungere dove sono adesso. E di poter perdere tutto.

Stavolta non servono le mie lacrime, non valgono nulla.
Non servono le mie parole, le mie insulse parole, quelle che sono sempre state le mie fidate compagne, non hanno potere.
Non servono treni da prendere, corse da fare, enormi progetti da organizzare, non servono perché la paura al di là di tutte queste cose è infinitamente più potente.

Tuttavia non lascerò che tutto questo finisca.
Perché ciò, per quanto sia grave per me ammetterlo, annienterebbe ciò a cui credo di più.

Solo che è così difficile affrontare la mia vita adesso.
E sono passati ancora solo due giorni.
Non so cosa aspettarmi da domani.

Devo farcela.







ArHaL
Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.

Nessun commento: