mercoledì 1 novembre 2017

All'improvviso.

Ho veramente bisogno di scrivere, ma non tramite racconti o poesie, ma di cose concrete.
Sono in Calabria, domani riparto, e le cose che continuano ad accadere a me o a persone a me care sono improvvise, assurde, spesso tragiche.
Forse dovrei aspettare ancora prima di scrivere questo post, visto che ora sono un po' alticcia (l'amaro del tardo pomeriggio colpisce ancora), ma dopo aver parlato con Ari stasera penso sia il caso di fare il punto della situazione con me stessa, almeno in breve.

E' Novembre, il mese del buio. Io vivo in un quasi perenne stordimento che mi salvaguarda dagli scossoni emotivi, ma che impedisce di essere attiva quanto dovrei/vorrei.
Devo cambiare casa perché la mia famiglia non ha più i fondi per continuare a mantenere la mia piuttosto costosa-come tutto a Firenze-stanza singola. Potrebbero aiutarmi per qualche altro mese di sicuro, ma sono questi i mesi buoni per cercare casa.

Il fatto è che sono fondamentalmente nullatenente perché i miei lavori mi danno veramente pochissimo, per quanto abbia cercato, e voglio cercare di gravare il meno possibile sui miei genitori da ora in poi.
Genitori che sono veramente agli sgoccioli dal punto di vista psicologico, con cui continuo ad avere grossi problemi di comunicazione e loro continuano ad averne tra di loro di tipo insormontabile.

Nel frattempo tragedie più o meno gravi continuano a spuntare intorno a me come funghi e io faccio del mio meglio per tamponare i danni, spero non del tutto inutilmente.
E seguo troppe cose tutti insieme, i miei lavori e la ricerca delle case che temo di non trovare perché è quasi impossibile negli ultimi anni a Firenze, e tutto ciò mi porta ad essere abbastanza fuori di testa.

Continuo a sognare e a pensare ai miei ex, ovviamente non volendolo. Non è più doloroso, ma sono martellata dai ricordi. Pensavo sarebbe stato via via più semplice, e in realtà lo è, ma in alcuni momenti mi sembra di non farcela. Soprattutto nei riguardi di Gheri.
Ogni volta che in modo istintivo penso alla mia futura casa, penso a casa sua. Ed ogni volta è terribile. Mi fa ancora molto male vedere qualsiasi cosa lo riguardi e, per quanto lo eviti, a volte capita.

Quindi non so bene cosa fare. In realtà so che se mi fermo, è peggio. Quindi è giusto provare ad andare avanti come sto facendo. Ma il suo pensiero è davvero invadente da ormai due mesi. Mancano ancora quattro-cinque mesi, e poi sarà passato un anno da quando ci siamo lasciati. Forse andrà meglio, come è successo in passato. Lo spero.

Spero, in realtà, nei prossimi mesi, quindi con il nuovo anno, di trovare una nuova stabilità. Nuova casa, nuova vita. Liberarmi di tante zavorre. Ma in realtà i ricordi mi salgono lungo la gola così spesso da mozzarmi il respiro. Anche se non li vorrei mai. Vorrei solo dimenticare tutto. Ma so che non si può. 
Posso solo combattere ogni giorno contro me stessa. E provare ad accettare le cose buone e le cose brutte.

Quello che mi sta succedendo è così assurdo da non crederci. Pur partendo da presupposti negativi, ed essendoci ancora molti eventi negativi nella mia vita, non posso non provare a viverla in modo positivo. Ma non so quanto mi stia illudendo che tutto andrà bene. D'altronde, cosa altro posso fare se non sperare?

Non credevo di poter arrivare a dire che è la speranza ciò che mi porta avanti.
La speranza che un giorno starò meglio, che avrò persone che mi staranno vicine per sempre, che troverò la mia fottuta strada. Che tutto si sistemi intorno a me, o che almeno ci provi.

Lo spero. Posso solo fare questo.
Ed andare avanti come un treno, contro tutti, verso ciò che mi fa stare bene.
Tra qualche giorno partirò per un nuovo progetto europeo, stavolta in Spagna.
Spero che mi dia nuove risposte.

So che ci sono vite molto peggiori delle mie, ma non so più assolutamente come rapportarmi ad ogni cosa. Per cui penso il meno possibile e seguo l'istinto.
E la speranza.




ArHaL
Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.

Nessun commento: