domenica 20 gennaio 2019

/plantas


Oggi Sara, una delle ragazze italiane con cui ho legato di più durante questo erasmus, riparte per l'Italia perché i suoi appelli d'esame sono già finiti. Ho passato il pomeriggio con lei e Patti, oscillando tra pensieri positivi e l'angoscia che trova sempre nuovi modi per assillarmi, passeggiando per il centro. C'era di nuovo il sole, dopo due giorni di nuvole: ormai mi sono riabituata alla sua presenza così forte, come quando vivevo in Calabria, ma a differenza di allora, cerco di farmi scaldare la pelle più spesso ora.

Tornando a casa, visto che viviamo molto vicine, sono salita da lei a farle compagnia mentre sistemava le ultime cose e le ho preso degli oggetti che aveva comprato qui, ma che non poteva portarsi in Italia. Stava lasciando in balcone due piantine che mesi fa comprammo all'Ikea, così ho preso anche quelle, perché mi dispiaceva troppo che morissero.

Non so bene come curarle perché sono razze che non conosco e il primo pensiero accarezzandone le foglie è stato quello di scrivergli perché lui era molto bravo con le piante. Poi mi sono ricordata che lui non c'è più e durante il tragitto verso casa ho ricordato piccole cose che pensavo di aver rimosso, ma come ogni volta invece no: il folle trasloco sul furgoncino scassato in mezzo alle sue piante alte, il modo in cui d'estate si chinava e infilava le dita nella terra per controllare se fosse ancora umida, le mattine in cui le annaffiavo, tutte le piccole piantine che mi aveva regalato, a cui abbiamo dato un nome, ma che poi mi sono morte. Una l'avevamo chiamata Hope, ed era una piccola piantina di caffè.
Chissà se, ovunque esso sia, la ricorda anche lui.

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E' stato difficile per molti motivi scrivere queste righe, motivi che per i poveri scemi che mi vogliono bene e che ogni tanto leggono il mio blog credo siano già chiari, o quasi. E' stato difficile soprattutto rivolgermi a lui in terza persona e al passato, mi sono dovuta costringere a farlo, ma credo sia l'unico modo che ho adesso di raccontare tutte le cose che mi affollano di continuo la testa.
E' questo il motivo per cui ho scelto di scrivere questo ricordo e per cui credo che proverò a scriverne degli altri: provare a farli fluire fuori. Ogni giorno e ogni notte i pensieri che lo riguardano sono centinaia e cercare di bruciarli via non mi sta aiutando come vorrei.
Proverò, quindi, a concretizzarli, ad accettarli come parti di me ormai indelebili, scrivendoli.
Forse così un giorno riuscirò ad accettare anche tutto il resto.



ArHaL
Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.

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