mercoledì 23 gennaio 2019

/ventana


Ci sono tantissime cose, a questo punto credo infinite, che mi "ricordano ricordi". E ogni volta quelli che riguardano lui sono dolorosissimi: a volte riesco a sdrammatizzarli, altre volte no.

I momenti peggiori sono però quelli in cui niente mi ricorda un ricordo, ma semplicemente, all'improvviso, mentre sto facendo altro, un ricordo mi sorge spontaneo nella mente, senza apparentemente nessun collegamento, nessun senso, nessun controllo. 
Sono qui che tento disperatamente di studiare, in spagnolo o in inglese quindi a concentrazione massima su quello che faccio (o almeno ci provo), e BOOM un pensiero mi invade la mente a caso. 

In quei momenti sento un coltello infilarmisi tra lo stomaco e il cuore.
Forse è perché riprendo improvvisamente consapevolezza che lui non c'è più. Perché ero così distratta, pensando ad altro, da essermelo dimenticato per qualche minuto, e la mia testa se ne è riuscita a stare zitta, rassicurata che tutto andasse bene, e invece no, risputa fuori qualcosa. In quei momenti tutto diventa confuso e solo dopo qualche secondo, o minuto, riesco a ritornare alla realtà: l'immaginare il fuoco mi ha sempre aiutato in momenti come questi, e anche ora cerco di immaginare l'enorme falò dalle fiamme alte trenta metri che ho osservato a lungo a Capodanno nella speranza che potesse bruciare via tutti i miei ricordi.

Un ricordo "improvviso" che ho spesso è quello di Bologna: quando ci conoscevamo da poco un giorno mi ritrovai quasi per sbaglio lì e lui venne da Parma a farmi compagnia nelle ore che avevo libere in città. Mangiammo per la prima volta qualcosa insieme, esplorammo per la prima volta una città insieme, città in cui io ero già stata e lui no, ma vedemmo posti che anche io non avevo ancora visto. Lo abbracciai per la prima volta, lo rassicurai per la prima volta, lo presi sottobraccio per la prima volta.

E' incredibile come riesca a ricordare così vividamente una sensazione che non so nemmeno descrivere se non con "tenere qualcuno sottobraccio". Mi è sempre piaciuto passeggiare così con qualcuno perché mi da una sensazione di vicinanza e di calma, di cose lente, di cose antiche, vecchie perché ho sempre visto le coppie di anziani passeggiare così, a sostegno l'uno dell'altro, seppur in modo diverso. Quante volte abbiamo immaginato di passeggiare ancora molto a lungo così per le strade, lui con i suoi baffi ormai ingrigiti e io con i capelli bianchi e raccolti, ne ho perso il conto. Solo a ripensare a queste cose ora mi sembra tutto assurdo.

Il momento che ricordo più nitidamente di quel giorno, e il primo che mi viene sempre in mente, è quello della piccola finestra di Bologna che, in mezzo a una stradina, se la si apre dà una bellissima visuale direttamente sul fiume. Quel giorno lui mi scattò una foto mentre mi sporgevo per guardarci attraverso, circondata dai bagagli che mi portavo dietro: quell'immagine di me mi piaceva moltissimo perché in quel momento ero, nonostante tutto, felice e perché con la mia valigia vicino dava un'idea di me che amo, quella dell'eterna migrante.
Avrei voluto prevedere che quella stessa immagine di me sarebbe stata uno dei motivi per cui adesso io e lui non esistiamo più; a cui avrei comunque rinunciato, sbagliando lo so, se solo fosse servito a qualcosa, se solo fosse stato quello l'unico "problema".

Se penso ad una finestra mi viene sempre in mente anche la tenda di tessuto leggero, bianca, che si gonfia armoniosamente nel vento estivo, e che fissavo per infiniti minuti perché mi rilassava, nella camera degli ospiti o nella sala della nostra casa insieme. L'ho fissata fino all'ultimo, fino all'ultima notte d'agosto trascorsa lì da sola, in mezzo ai miei confusi bagagli. Da allora la sua immagine mi rincorre dandomi calma e dolore al contempo.

Come quella tenda che traeva il suo respiro dall'andirivieni del vento soffiato dalla finestra aperta, anche noi siamo morti in inverno, quando tutto si è chiuso per sopravvivere al gelo immenso che c'è fuori, ma che soprattutto ci portiamo dentro.




ArHaL
Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.

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